Rottura sui fondi europei

Da sinistra, l'assessore all'Economia Marco Falcone e il governatore Renato Schifani (foto Mike Palazzotto)

L’approvazione della Legge di Stabilità entro il 31 dicembre non è più un traguardo così certo. Alla vigilia dell’approdo dei documenti finanziari a Sala d’Ercole (previsto per mercoledì), alle opposizioni è sorto un dubbio: perché non sono state stanziate risorse extraregionali di alcun tipo? E così hanno richiesto il rinvio della discussione generale e la convocazione di Schifani in aula per avere chiarimenti.

Come emerge da una nota congiunta di Pd, M5s e Sud chiama Nord, l’obiettivo è fare luce sulla questione delle somme destinate al ponte di Messina e cioè dei fondi Fsc “impegnati o meglio ‘promessi’ sulla base però di nessun atto formale dell’esecutivo regionale” e “sulla proposta emendativa del Governo nazionale che sottrae oltre 1 miliardo e 800 milioni di euro di risorse dell’Fsc 2021-2027 destinati in origine ad interventi per investimento nella nostra regione”.

Da Schifani i rappresentanti delle opposizioni si aspettano spiegazioni anche sull’incompatibilità della destinazione per il ponte dei fondi Fsc (sia dell’attuale ciclo di programmazione che di quello precedente) con gli strumenti di programmazione delle politiche da attuare (DEFR e NADEFR) approvati dall’Ars, fatto che “produce una evidente distonia tra quanto programmato, quanto sarà realizzato e quanto sarà autorizzato dal Parlamento con le approvande leggi regionali di stabilità e bilancio”. Da qui la proposta: “Si rinvii, ai sensi dell’articolo 101 del regolamento interno dell’Assemblea regionale, la discussione generale sui ddl di Bilancio e Finanziaria finché il presidente Schifani non verrà a riferire in aula sulla consistenza e destinazione delle risorse extra regionali disponili per fare la manovra che oggi rappresentano la quasi totalità delle disponibilità regionali da destinare alle spese per investimento e che noi non conosciamo”.

Un cavillo che l’assessore all’Economia, Marco Falcone, non ha preso per niente bene: “Ci spiace dover prendere atto di una rinnovata volontà ostruzionistica da parte delle opposizioni. Tirare in ballo le fonti di finanziamento extraregionali è insensato e non offre alcun contributo alla Sicilia, se non di riesumare sterili logiche dilatorie. La Legge di Stabilità da noi approntata, peraltro, si basa unicamente su fondi regionali e risponde alla finalità di impegnare al meglio le nostre risorse, garantendo servizi e qualità di vita ai siciliani”. E aggiunge: “Solo a gennaio, quando il Cipess avrà deliberato sulle dotazioni finanziarie per la Sicilia, sarà logico aprire il confronto sulle risorse Fsc. Lavoreremo per mettere al riparo la manovra dei siciliani da qualsiasi tentativo di osteggiarne l’approvazione”.

Da parte dell’opposizioni, però, nessun passo indietro: “L’assessore Falcone sembra l’ultimo giapponese nella giungla che non si era reso conto che la guerra ormai era finita da tempo. Dopo le sberle che ha preso in commissione bilancio per la sua supponenza ed arroganza, ora ci ritenta cercando di distrarre l’attenzione sulla legge di stabilità, che in commissione bilancio le opposizioni hanno radicalmente modificato con l’eliminazione di ben dieci articoli su quaranta perché irricevibili e con la modifica di ben venti articoli perché scritti con i piedi e senza alcun senso logico. Ora – continuano Pd,M5s e ScN – Falcone pretende di dettare i tempi a tutto il Parlamento siciliano continuando nascondere la verità sui fondi extra regionali e sulla rapina dei fondi sviluppo e coesione destinati abusivamente dal Presidente Schifani per il ponte sullo stretto di Messina come un mero ‘scambio di cortesie’ con il ministro Salvini. Con questo comportamento il ‘ragioniere’ Falcone rischia di superare il ragionier Fantozzi per la sua comica inconcludenza. Adesso basta! Chiediamo al presidente del Parlamento siciliano, Galvagno, di intervenire sull’assessore Falcone che rischia, con la sua ansia da prestazione per la sua candidatura alle prossime elezioni europee, di avvelenare i lavori d’aula procrastinando l’approvazione della legge di stabilità a fine gennaio”.

Alberto Paternò :

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