A sentire ciò che si sussurra a Palazzo di Giustizia su Gaetano Galvagno e il suo cerchio magico tremano sinceramente i polsi. E tremano ancora di più quando, sommando le indiscrezioni provenienti da varie fonti, ci si imbatte sul nome di Sabrina De Capitani, ufficialmente portavoce del presidente dell’Assemblea regionale ma in realtà una femme fatal alla quale sono stati inspiegabilmente conferiti i pieni poteri per gestire quei rapporti economici e quegli azzardi che hanno spinto la procura di Palermo, diretta da Maurizio De Lucia, ad aprire formalmente un’inchiesta per corruzione.

Siamo di fronte a una inchiesta molto pesante, questo è certo. E non solo per i documenti, le testimonianze e le intercettazioni che ingrossano il fascicolo, ma anche e soprattutto per i nomi altolocati coinvolti direttamente nelle indagini: c’è un santone dell’economia e del piritollame buonista come Tommaso Dragotto, patron di Sicily by Car, molto incensato e adulato dai salotti palermitani; c’è una società multitasking per concerti, eventi e ogni svago, come Puntoeacapo, con sede centrale a Catania e diramazioni un po’ in tutta la Sicilia dello “spendi e spandi”; e ci sono misteriosi uomini politici, anche di livello nazionale, che il dossier della procura palermitana, per evitare precipitose fughe di notizie, identifica con sigle riconoscibili solo dai magistrati.

Tutti innocenti fino a sentenza definitiva, ci mancherebbe altro. Il presidente Galvagno, già interrogato dai magistrati inquirenti, ha ovviamente rilasciato la dichiarazione di rito sulla sua estraneità. Ma c’è da star certi che per per Fratelli d’Italia e, in particolare, per la corrente turistica del partito si preparano giorni molto bui e tumultuosi. Le prevedibili tribolazioni si estenderanno da Palermo a Catania e da Catania a Roma dove troneggiano politicamente gli amici più stretti e sodali del presidente dell’Ars.

A Palazzo dei Normanni, stando alle voci di corridoio, non si muoveva foglia senza il consenso della signora De Capitani, piovuta dall’orbita di Mediaset in Sicilia come esperta di comunicazione: una chiave utile per aprire le porte al pagnottismo, piccolo e grande, che ormai pervade quasi tutti i centri del potere regionale, da Palazzo d’Orleans all’assessorato regionale del Turismo. Era lei, a quanto pare, a coordinare ambizioni, operazioni benefiche e manifestazioni culturali – culturali, si fa per dire – che partivano dall’Ars e si estendevano ai circoli più blindati e sicuri dell’amichettismo patriottico. Il monumentale Ufficio di presidenza del Parlamento siciliano – vice presidenti, questori, segretari – non si accorgeva naturalmente di nulla e l’ufficio di gabinetto del giovane Galvagno si guardava bene dall’intervenire. La macchina del consenso e delle clientele era bene oleata.