Mentre Orlando mette a disposizione l’aeroporto Falcone-Borsellino per i voli umanitari di Sea Watch, Matteo Salvini, ormai agli sgoccioli della sua presenza al Viminale, ha firmato il divieto di ingresso, transito e sosta in acque italiane per la nave Mare Jonio, che ha recuperato cento migranti su un barcone alla deriva a pochi passi dalla Libia (70 miglia a Nord di Misurata). Il rimorchiatore battente bandiera italiana ha deciso di restare in una posizione di attesa e non oltrepassare le 13 miglia. Hanno chiesto l’evacuazione per tutti: nessuno coordina l’intervento Sar (come previsto dalla legge) e nessun porto sicuro è stato assegnato alla nave italiana che dunque anche volendo non saprebbe dove andare. Soltanto nella serata di ieri, dopo numerose insistenze, è avvenuto il trasbordo di 64 persone (donne, bambini e malati) a una motovedetta della Capitaneria di Porto, autorizzato dal Viminale. L’operazione è stata resa complicata dalle onde. I migranti sono poi arrivati a Lampedusa. Il ministero, però, non permetterà l’ingresso nelle acque territoriali della nave con gli altri naufraghi rimasti a bordo: ne sono rimasti a bordo 34.