Cala il sipario sulla “Notte fonda” di Salvo Sottile. L’appuntamento di ieri a Palermo, moderato da Gery Palazzotto, giornalista di Repubblica, ha chiuso la tre giorni siciliana del conduttore di Prima dell’Alba, che sabato sera era stato ospite di Punta Secca e domenica si era dedicato a intense sessioni di firma copie tra Catania e Taormina. Sottile, ancora una volta, ha raccontato la genesi del suo quarto libro, un storia inventata con numerosi elementi di realtà. Che riporta in auge alcuni temi molto attuali, come la paura nei confronti del diverso, la violenza di genere, la ludopatia, la crisi occupazionale. Coi suoi personaggi, dotati di un’intrigante psicologia, il buio delle tenebre, che permette loro di venire allo scoperto, e la sua scrittura Sottile per circa un’ora ha tenuto incollato il pubblico palermitano, che al termine della serata si è soffermato per la collezione di dediche e selfie.

Il successo di pubblico che replica l’esperienza di sabato scorso a Punta Secca. Il giornalista ha presentato “Notte fonda” in piazza Torre, a due passi dalla casa del Commissario Montalbano. Salvo è tanti mestieri in uno: presentatore, giornalista, anchorman. Da un paio d’anni, è un guerriero della notte. Va alla caccia di storia ignote e trasgressive, che le tenebre finiscono per rendere più vere, e per questo più affascinanti. Vale per Prima dell’Alba, vale per Notte fonda, il romanzo che dalla trasmissione tv (è appena terminata la seconda stagione su Rai 3) trae personaggi e ispirazione.

I temi – la violenza di genere, la ludopatia – emergono in tutta la loro forza, talvolta drammatica. Sottile ha messo a nudo il significato della notte, che “consente di vedere meglio cose che di giorno sfuggono”, ha parlato dei suoi bioritmi (“Sono totalmente cambiati da quando mi ritrovo a girare quattro notti a settimana e lavorare la mattina con Mi Manda Raitre”), ha detto di aver scritto il libro di pomeriggio, nelle poche ore libere a disposizione. Poi, dialogando con Paolo Mandarà, giornalista di Buttanissima Sicilia, ha parlato della sua carriera: dagli inizi con papà Giuseppe (“Non vederlo mai a casa mi aveva portato a odiare questo mestiere”), al battesimo di fuoco nel mondo dell’informazione (“Mi ritrovai, a 18-19 anni, a fare il cronista di nera in una Palermo devastata dalla mafia”). Poi Salvo si è concesso alle centinaia di presenti per il firmacopie e per un selfie.