“Non mi candido no, lo faccio apposta per fare impazzire i giornalisti. Lascio minuzzoli, come Pollicino.” E se lo dici tu, Gennaro Sangiuliano, io ci credo: fai il corrispondente Rai da Parigi mica ti candidi al consiglio regionale della Campania. “Sono in ferie, ma se vuoi ti faccio l’elenco dei ministri del governo Lecornu”. No per carità.

Passano 5 minuti. Squilla il telefono. Vecchio amico napoletano. “Ma la sai l’ultima? Ieri sera ero alla cena elettorale di Sangiuliano, a Napoli. Bellissimo ambiente. Novanta persone in Via Partenope al ristorante Antonio Antonio. Tutto pesce. Freschissimo.” Mache dici? “Giuro, era freschissimo.” Intendevo la candidatura di Sangiuliano, lui mi ha detto che non si candida. “Ah, ma lo sanno tutti che si candida. Chiama Sergio Cola, lui c’era ieri al ristorante”. Chi? “Il cognato del prefetto Pecoraro. C’era pure Giovanni Lombardi, l’imprenditore, gli ha dato un ufficetto in via Costantinopoli”. A chi? “A Gennaro”. Richiamo Sangiuliano.

Scusa Genna’, ma qua dice che fai le cene elettorali. E c’hai pure l’ufficetto. “Se mi porti a vedere questo ufficio mi fai un piacere”. E la cena? “Venti amici che conosco da quarant’anni.” Però a Palma Campania quelli di Fratelli d’Italia hanno già organizzato un tuo comizio con Francesco Lollobrigida il 22 ottobre. C’è pure la locandina. Parli alle ore 18 a Villa Feanda. “Ma uno potrà anche pensare di candidarsi alle elezioni senza essere stalkerizzato dai giornalisti?” Ah, allora è vero. “C’è un forte pressing.” Ma non hai deciso. “Sabato mi vedo con mio fratello e mia moglie e ne parliamo”. Leggi su ilfoglio.it