Sani o sanati?, mi chiedo, elemosinando, come accade da decenni, la visione (impossibile) di chilometri e chilometri di mare negato dietro le cortine di case e casacce abusive che si sono impossessate da tempo della costa e anticipando nella mia mente la discussione di oggi pomeriggio all’ARS, in cui probabilmente, visti i precedenti esiti, verrà approvato un emendamento (nei confronti del quale, peraltro, lo stesso Presidente della Regione si è dichiarato contrario) che renderà quegli abusi “sanabili”; giustizia o legalità?, libertà o asservimento e dipendenza da manipolazioni surrettizie?

Che succede, in poche parole, se cediamo alla tentazione non solo di scindere due facce della stessa medaglia, ma anche e addirittura di contrapporle?

Succede che lasciamo il campo a una società malata, dissociata, psicotica, una società, come scriveva Ronald Laing, guru dell’antipsichiatria, nel 1970, “caratterizzata da nodi, grovigli, garbugli, impasses, sconnessioni, circoli viziosi, vincoli”, una società destabilizzata e destabilizzante in cui ci si unisce sì, ma nella follia e nel delirio.

Citiamo ancora Laing per dare un’idea del “gioco” pericoloso che sta dilagando e che rende dipendenti dapprima le persone più fragili e perciò più vulnerabili, per poi tracimare come uno tsunami impossibile da gestire:

Stanno giocando a un gioco. Stanno giocando a non
giocare un gioco. Se mostro loro che li vedo giocare,
infrangerò le regole e mi puniranno.
Devo giocare al loro gioco, di non vedere che vedo il gioco.

Tutti contro tutti, dunque, impigliati come pesci nelle maglie di una rete ancora troppo lasca perché si possano intravedere i nodi che verranno; tutti impegnati a “giocare al gioco di non vedere il gioco”, in un mostruoso rimando di specchi infranti che frammenta la nostra visione e di conseguenza la realtà. Antiche e profonde vie spirituali vengono distorte anch’esse a specchietti per le allodole, mentre già le prime folle si riuniscono qua e là osannando l’arcobaleno come “segno divino” della benevolenza celeste, e la parola “pace”, come nelle peggiori guerre che hanno insanguinato e insanguinano il nostro mondo, diventa appannaggio solo di alcuni a danno di altri; il pensiero magico prende il posto non solo della razionalità, ma anche della spiritualità, e di questo guazzabuglio le “destre” approfittano per manipolare destramente, a proprio vantaggio, la paura che dilaga.

Manca solo un vitello d’oro da adorare, irrorato magari con acqua del Po.

Sani o sanati?, dunque, mi chiedo. Perché sulla prevenzione possiamo lavorare, gettando le fondamenta per una visione diversa, ma sulle sanatorie – che non si chiamano sanatorie ma questo, in ultima analisi, sono – si guadagna soltanto. E la prevenzione passa anche dal comprendere quanto sia pericolosa la contrapposizione tra chi si vaccina e chi no in nome della “libertà” e contro presunte dittature sanitarie e complotti del nuovo ordine mondiale.

Divide et impera, si diceva un tempo.

Possiamo solo auspicare un miracolo, allora, per oggi pomeriggio, e che quell’emendamento, insieme all’intera legge, appaia per ciò che è, una violazione, l’effetto di una pandemia ben più antica di quella attuale.