La bufera che si è abbattuta sulla sanità siciliana, con l’arresto di tre persone (tra cui la dirigente del Dasoe, Maria Letizia Di Liberti) e l’avviso di garanzia per l’assessore Ruggero Razza (che poi s’è dimesso), ha trovato un abile sponda in Cateno De Luca, sindaco di Messina. Che da mesi, sui social, conduce una battaglia solitaria contro Razza e Musumeci, rei di non aver cacciato per tempo il direttore dell’Asp di Messina, Paolo La Paglia, e di non essere intervenuti sulla trasmissione di alcuni dati che il sindaco riteneva anomali. “Queste indagini sono il preludio di altri fatti molto più gravi – ha esordito Cateno De Luca, nel corso di una diretta Facebook –. Nel documento del gip c’è un passaggio che mi interessa dato il contenuto di alcune delicate intercettazioni. E’ finalmente chiaro a tutti che in questi mesi non sono stati adottati i provvedimenti necessari per il contenimento della pandemia, ho dovuto fare tutto da solo e sono stato anche criticato per aver preso decisioni che invece altri non hanno preso. Questo perché dovevano coprire le debolezze strutturali della Sanità siciliana. Adesso l’attività delle Procure farà il suo corso, sono sicuro che il gip di Messina farà chiarezza sulle denunce che ho avanzato, soprattutto l’ultima di cui parlerò in una diretta stasera”.