L’odissea della Palermo-Catania

Un altro incidente autonomo ha paralizzato il traffico sulla Palermo-Catania, lungo la bretella di Scillato. Forse a causa del manto stradale scivoloso, un tir è finito fuori strada e ha occupato entrambi i sensi di marcia. Traffico in tilt per tutto il pomeriggio. Per chi viaggia in direzione Catania, l’uscita a Scillato è obbligatoria per via dei lavori in corso sul viadotto Himera (franato nel 2015), che dovrebbero terminare entro fine aprile.

RAPPORTI IN TILT TRA REGIONE E ANAS

Non c’è pace nei rapporti tra Regione e Anas. L’azienda di Stato ha reso noto che a marzo, per la durata di due anni, chiuderà lo svincolo di Enna sulla Palermo-Catania. Sono in programma dei lavori strutturali, dal costo complessivo di quindici milioni. Un’ipotesi, però, che l’assessore Marco Falcone ha subito rispedito al mittente: “Abbiamo posto il nostro no secco a questa ipotesi di chiudere senza una strategia e chiesto l’indicazione di un’alternativa stradale seria, concreta, efficace ed efficiente sulle strade statali e provinciali. Prima – ha aggiunto Falcone – devono chiudere alcuni cantieri che hanno in atto”. La questione “ennese” è solo l’ultimo innesco di una battaglia che nei giorni scorsi ha interessato un altro pezzo dell’A19, quella fra Resuttano e Ponte Cinque Archi, dove dal 20 dicembre – per un viadotto a rischio crollo – è vietato il passaggio ai mezzi pesanti.

L’incidente a un tir lungo una bretella di collegamento, che ha ingolfato il traffico per ventiquattr’ore, aveva fatto esplodere il presidente della Regione Nello Musumeci, stanco della politica del rappezzo praticata dall’Anas. Un altro fronte aperto, però, è quello della viabilità secondaria. Che in Sicilia non è di competenza di nessuno: non dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane, che con la chiusura delle ex province sono state “spogliate” di qualsiasi ruolo operativo; tanto meno della Regione siciliane, che talvolta affianca gli enti d’area vasta a redigere i progetti, ma non può appaltarli.

Anas, in una nota, ha già provato a divincolarsi dai fuochi incrociati, spiegando che sull’autostrada Palermo-Catania, “fin dal 2017” è in atto “un piano di manutenzione straordinaria che prevede investimenti pari a 850 milioni di euro lungo tutta l’arteria, in parte già eseguiti, e più in generale, un piano di manutenzione programmata di tutta la rete stradale siciliana per il quale sono previsti 1,1 miliardi di euro, dei quali circa 180 milioni in interventi già attivi e 600 milioni per interventi di prossima attivazione. Ovviamente l’avvio e l’avanzamento degli interventi di manutenzione e riqualificazione è condizionato dalla necessità di trovare un compromesso tra l’esigenza di accelerare l’attuazione mediante l’attivazione di più cantieri contemporanei e l’opportunità di attenuare i disagi alla circolazione che gli stessi cantieri inevitabilmente creano, limitandone quindi il numero. Tale necessità nasce sicuramente da un gap manutentivo che si è accumulato negli scorsi decenni, problema peraltro non limitato alla Sicilia ma diffuso in gran parte del Paese, che però non è attribuibile ad Anas né tanto meno all’attuale gestione, ma a scelte politiche del passato che non hanno previsto lo stanziamento di fondi adeguati per la manutenzione”.

CANCELLERI E LA REVOCA DELLA CONCESSIONE AL CAS

“Se si apre la stagione delle revoche delle concessioni autostradali, voi capite bene che in Sicilia, con le condizioni in cui versano le nostre autostrade, dove ci potrebbe portare…”. Giancarlo Cancelleri, vice-ministro delle Infrastrutture, ha fatto visita a Gela, venerdì pomeriggio, per analizzare il dossier sui trasporti nella città nissena, che riguarda porto, ferrovia e tangenziale. Ma l’occasione era troppo ghiotta per non togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “Devo dire che il Cas sta un tantino peggio di Autostrade per l’Italia”, ha ammonito l’ex vicepresidente dell’Ars, anche se “su questo delicato tema ci sarà un approfondito ragionamento”. Da parte del governo nazionale e delle forze che compongono la maggioranza a Roma. Il Cas, Consorzio Autostrade Siciliane, è nato nel ’97 e gestisce la Messina-Catania, la Palermo-Messina e la Siracusa-Gela.

IL VERTICE ALL’ARS

Intanto, come annunciato dalla presidente della commissione Territorio e Ambiente all’Ars, Giusy Savarino, “mercoledì 22 gennaio in quarta Commissione si terrà un vertice sulle strade siciliane di competenza statale. Saranno presenti il vice-ministro dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri, l’assessore regionale Marco Falcone, il Direttore Regionale di Anas Mele, Il Comitato dei creditori della CMC, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i sindaci dei Comuni “colpiti” dai lavori sulla SS121 (il collegamento statale fra Catania e Palermo)”. “Come ha detto il presidente Musumeci “a Roma devono capire che siamo stanchi della politica del rappezzo, Anas deve dimostrare rispetto per la pazienza dei siciliani”. Mercoledì – aggiunge Savarino – faremo il punto della situazione sulla Palermo-Agrigento e Palermo-Catania. E non solo, rappresenterò anche la situazione del Viadotto Morandi di Agrigento, ennesima opera su cui registriamo ritardi da parte di Anas. Purtroppo sulle strade statali abbiamo una competenza limitata, possiamo solamente vigilare affinché Anas termini celermente i lavori e portare la situazione all’attenzione della politica nazionale, e lo facciamo con coraggio, costanza e determinazione”.

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