Giorgia Meloni ha fatto con Manlio Messina ciò che Renato Schifani non ha saputo fare né con Elvira Amata, indagata per corruzione, né con i superburocrati, come Nicola Tarantino o Lucia Di Fatta, che hanno avallato e sottoscritto, negli ultimi cinque anni, gli scempi dell’assessorato regionale al Turismo. Meloni ha emarginato il “Balilla di Cannes” e ha inviato in Sicilia un commissario col mandato ben preciso di stringere all’angolo il clan che, dopo avere bruciato montagne di denaro pubblico, pretendeva pure di dettare legge dentro Fratelli d’Italia; mentre il presidente della Regione non è riuscito a pronunciare una sola parola di biasimo né sugli azzardi della Amata né sull’allegra compagnia degli scandali. Giorgia e Renato: due modi diversi di concepire la politica. La premier trova il coraggio di cacciare i mercanti dal tempio. Il governatore li foraggia.
