Scomparsa la primula dei vaccini

DOMENICO ARCURI COMMISSARIO STRAORDINARIO EMERGENZA COVID 19

“La primula è stata l’incontro fra due sistemi di potere: non ci porterà in sé alla fine della pandemia, ma almeno è stata utile per capire come funzionavano certe cose in Italia al tempo dei patti giallorossi. Vale insomma più come sintomo che come cura”. Questo è l’estratto di un articolo di Ferdinando Cotugno su ‘Il Domani’, il giornale fondato da Carlo De Benedetti e diretto da Stefano Feltri. Un pezzo che s’interroga su che fine abbiano i padiglioni a forma di primula voluti dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e disegnati dall’architetto milanese Stefano Boeri. Chissà. Nessuno le ha viste.

Oggi nel Lazio è partita la campagna di vaccinazione per gli over-80. Gli anziani si sono recati nei centri vaccinali, per inoculare la prima dose del siero. In Sicilia, invece, sono cominciate le prenotazioni. Online e al telefono. A disposizione di 320 mila persone – è questa, nell’Isola, la platea degli ultraottantenni – la possibilità di scegliere un luogo, una data e persino l’ora in cui vaccinarsi (alcuni lo faranno a domicilio dal 1° marzo). Tra i luoghi, però, non ci sono primule, bensì una sessantina di centri di somministrazione (ospedali, per lo più) che la Regione ha caricato sulla piattaforma integrata di Poste Italiane. Al massimo, ha dichiarato l’assessore Razza, si aggiungeranno da nove centri-hub, uno per provincia. A Palermo, è stato individuato in uno dei padiglioni della Fiera del Mediterraneo.

Ma nessuno ha mai pronunciato la parola primula. Sembra un po’ come lo spot di Tornatore, mandato in onda per convincere gli italiani a vaccinarsi nonostante mancassero le fiale. Oggi è uguale: riprendono le vaccinazioni e ricompare la primula. Anche se non esiste. Per il momento, rappresenta una semplice trovata di marketing; un concetto, assieme allo slogan ‘L’Italia rinasce’, che compare su ogni supporto, cartaceo o digitale, che abbia a che fare con il Covid. Nient’altro. Le vere primule – padiglioni da 315 metri quadrati di superficie – sono incatenate all’interno di un bando di Invitalia che si è concluso il 3 febbraio. I progetti presentati da 31 aziende dovranno essere giudicati da una commissione di esperti. Molte amministrazioni locali, sulle quali ricade la responsabilità della gestione, hanno fatto sapere di non essere interessate. He preferiscono i vaccini, e magari qualche teatro o palasport fuori uso, per procedere con la campagna di massa.

L’emozione ispirata da una campagna pubblicitaria, specie se “vuota”, non è in grado – non ancora – di rimpiazzare la realtà. Le primule (“Tutti gli altri fiori erano presi dalla politica”, ha dichiarato Boeri), non scaldano i cuori di nessuno. Tranne i loro. Dell’architetto e del manager. “I padiglioni con la primula non hanno mai avuto lo scopo di vaccinare le persone – si legge, ancora, nel pezzo de ‘Il Domani’ -: sono le statue equestri che l’architetto engagé ha regalato al commissario, un incontro fra due sistemi di potere che si spalleggiano proponendo una versione colta e fighetta del metodo Casalino. Storia critica di un progetto che sta facendo la fine del governo che l’ha concepito”. Arcuri vorrebbe ordinarne almeno 21 (una per regione o provincia autonoma), e potrebbe spingersi fino a un massimo di 1.200. Peccato che le “strutture del futuro” non siano neppure così adeguate allo scopo per cui nascono.

In sintesi, “la creatura del boerismo e dell’arcurismo” presenta problemi di tempistiche di costruzione (“i trenta giorni per presentarlo chiavi in mano sono quanto meno ottimistici”); di tempistiche per arrivare all’immunizzazione, “perché in un padiglione del genere si può andare al non esaltante ritmo di 27 mila a trimestre”; di distribuzione degli spazi interni, “con quelle atmosfere ‘da sommergibile’ e lo scarso distanziamento”; di costi, ovviamente, “previsti in 400 mila euro a padiglione, un potenziale di spesa di quasi mezzo miliardo di euro se li facessimo tutti”; e di spazi urbani, perché non ci sono molte piazze in Italia che potrebbero contenerle. What else? Già, il progetto di Boeri è stato concesso “a gratis”. Ma non basterà il gesto (e il marketing) a sconfiggere la pandemia.

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