E poi dicono che la casta non esiste. Per cinque giorni hanno trasformato l’Assemblea regionale in una macelleria messicana. Si sono scambiati rancori, odi, pugnalate. Hanno montato e smontato trappole, agguati, imposture. E ora – dopo avere fatto, rifatto e disfatto la Finanziaria – salgono sul teatrino della politica per dire che tutto va bene, madama marchesa. Da Schifani a Galvagno, da Sammartino a Dagnino, dai democristiani di Cuffaro agli autonomisti di Lombardo sono tutti lì a rivendicare successi e trionfi di una maggioranza unita e compatta e di un governo il cui orizzonte, manco a dirlo, è il bene della Sicilia. Ma a che vale contestarli o elencare la sfilza di bugie con le quali tentano di coprire l’ennesima Caporetto parlamentare? Quelli della casta sono fatti così. L’importante è galleggiare. E galleggiando incassare mance, nomine e privilegi.