Nel giorno in cui questo giornaluzzo taglia il traguardo di un milione di pagine viste nel breve arco di un mese, sarebbe forse più opportuno regalarsi un giorno di letizia. Ma la cronaca incalza. Perché da Palazzo d’Orleans arriva una notizia che, come si dice, rallegra il cuore. Durante una riunione della giunta, un assessore di Musumeci entra in rotta di collisione con il noto bullo, quello inamidato e impomatato che va in giro per l’Italia spacciandosi per statista. Un diverbio normale, all’inizio. Ma quando l’assessore in questione lo invita a seguire, su un determinato provvedimento, gli accordi presi con Forza Italia, il bulletto esce al naturale: “Io non sono di Forza Italia, io sono di Berlusconi”. Uno schiaffo a tutte quelle persone oneste, Nello Musumeci in testa, che ancora credono in una politica costruita con i voti e non con le opache consorterie.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Se il bullo svela la sua paternità
gaetano armaonello musumecisilvio berlusconi
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