Quelli di Fratelli d’Italia deviano l’attenzione sulla campagna elettorale alle porte, su quanto sia bella e competente la loro lista, sul numero dei nastri da tagliare da qui all’8 giugno. E non citano, neppure per un attimo, gli effetti del grande scandalo che si è abbattuto sul turismo. Per lo più sono facilitati da un’opposizione balbettante (solo i Cinque Stelle hanno chiesto la convocazione di una seduta all’Ars per rivolgere qualche domanda a Schifani). Resta però il tormento e il rossore di certi numeri: come i 23,8 milioni alla voce “comunicazione e promozione” che la corrente turistica, negli anni, ha disperso in iniziative clientelari e tuttora sotto la lente d’ingrandimento della Commissione europea – che ha già accertato 2,5 milioni di spese “non ammissibili” (in aggiunta agli 8,2 milioni fra pernottamenti e servizi vari) – ma anche della procura regionale della Corte dei Conti.

Qualcuno ritirerà fuori l’argomento, c’è da giurarci. Ma per ora il partito della Meloni, che a livello nazionale disquisisce tanto di ‘questione morale’, gira alla larga. Evita di dare spiegazioni, perché le spiegazioni sono tutte nei dati presentati, qualche giorno fa, dal quotidiano ‘La Sicilia’. Che mette in fila una serie di voci per capire dove sono finiti i piccioli della Regione, per altro a valere sui Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr). Piccolo inciso: sulla base delle verifiche già eseguite, e concluse, l’Europa ha ufficializzato un taglio complessivo da 10,7 milioni, che obbligherà l’Ars a metterci una pezza (approvando una manovra correttiva o maturando un altro debito fuori bilancio).

Alla tavola imbandita della comunicazione c’è spazio per tutti. Con tre differenti delibere, fra il 2020 e il 2022, FdI ha operato un taglio netto al plafond riservato agli albergatori: SeeSicily “da intervento destinato all’acquisto anticipato di servizi turistici è diventato prevalentemente un intervento di campagna promozionale”. O elettorale, dipende dai punti di vista. Perché proprio nell’anno contabile 2021-22, alla vigilia di Politiche e Regionali, vengono stanziati fiumi di denaro per iniziative legate alla comunicazione. Circa 7 milioni di euro, di cui una parte (poco più di 4) per generici “interventi di promozione dell’intervento SeeSicily”. Più in generale, risulta che nel secondo semestre del 2022 – si è votato il 25 settembre – l’assessorato al Turismo dirotti 3,4 milioni per una campagna outdoor in stazioni ferroviarie, aeroporti, metropolitane oltre che sulle emittenti tv nazionali.

I big player della comunicazione cominciano a incassare un bel gruzzolo per promuovere l’immagine del brand Sicilia. Alla guida dell’assessorato al Turismo c’è ancora Manlio Messina, che la futura premier Giorgia Meloni, però, ha piazzato in posizione utile per l’elezione a Montecitorio. Il Balilla diventerà, nell’arco di qualche mese, capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio e uno dei più apprezzati ospiti televisivi. La lista della spesa, in quel periodo, è ghiottissima e in vero spirito ‘par condicio’, non rimane fuori nessuno: 756 mila euro finiscono a Publitalia ‘80 (concessionaria Mediaset) per una campagna pubblicitaria di un mese e mezzo, dal 14 giugno al 30 luglio 2022, più altri 732 mila per spot in onda dal 27 novembre al 12 dicembre dello stesso anno; 731 mila vanno a Rai Pubblicità per promuovere il Natale nell’Isola. Per far danzare il brand Sicilia nel programma di Milly Carlucci “Ballando con le stelle” sono stati pagati a RaiCom 414.800 euro per gli spot d’autunno. Anche il gruppo Cairo ha fatto la parte del leone: 181 mila euro per promuovere SeeSicily su La7, più altri 175 mila per spazi sul Corriere della Sera. L’universo editoriale più importante offre copertura alla Sicilia, ma soprattutto ai suoi personaggi in cerca d’autore.

Ma è nell’anno contabile 2022-23 – anche sulla scorta dell’ultimo quadro economico aggiornato – che la spesa per la comunicazione diventa strabordante: 12,7 milioni. Un paio vanno a integrare la promozione di altri due marchi (di fabbrica), il Sicilia Jazz Festival e il Bellini International Context, per promuovere l’intero pacchetto sui “più importanti media nazionali e regionali”; 1,7 milioni alimentano una campagna pubblicitaria “a sostegno del SeeSicily del brand ‘Sicilia’ attraverso grandi eventi a titolarità regionale a carattere turistico-culturale” (neppure le destinazioni di queste somme sono così originali). Un altro milione viene spalmato “sui principali network televisivi nazionali” per la promozione del programma. Mentre 1,2 milioni finiscono per direttissima al gruppo Rcs Sport di Urbano Cairo per allestire alcune vetrine promozionali in occasione dei “SeeSicily Gazzetta Sport Days”, in programma a Segesta e Palermo dal 20 al 23 ottobre.

Ecco la novità: le vetrine promozionali. L’assessorato al Turismo compra spazi ovunque: per Taobuk, per le Eolie Music Fest, per lo Europe Beach Soccer 2022 e per le fasi finali del World Beach Game Qualifier Europe (entrambi gli eventi si tengono a Catania). C’è spazio anche per le iniziative che si svolgono fuori dalla Sicilia, come il Terra Madre Salone del Gusto di Torino (180 mila euro); il Meeting per l’Amicizia dei Popoli, il classico meeting di fine agosto a Rimini (166 mila); o per l’Imex di Francoforte (l’appuntamento più importante per gli operatori della meeting industry europea). In quella lista c’è da perdersi… Alla fine, tale è l’impegno su questo fronte, che la Regione riuscirà a certificare oltre 21 milioni sui 23,8 a disposizione. Anche se c’è poco da esultare, perché è la stessa Audit regionale – quella che ha reso edotta la Commissione UE sui canali della spesa siciliana – a mettere in dubbio che «l’ultima rimodulazione del quadro economico» (che porta la promozione a 23,8 milioni dai 4,8 iniziali) sia «coerente rispetto al Piano operativo». Anche dal punto di vista tecnico potrebbero esistere, anzi esistono già, delle anomalie, a partire dall’«assegnazione diretta ingiustificata» di alcuni servizi e forniture.

Sarebbe servita una gara, o almeno una procedura negoziata. Il fatto che si siano scelte le vie brevi, invece, riporta con la memoria a Cannes. Stessi interpreti, identica situazione: fu l’assessorato al Turismo, a fine 2022, a provvedere con l’affidamento diretto di un servizio – la realizzazione di uno shooting fotografico su donne e cinema – nei confronti di una società lussemburghese (Absolute Blue di Patrick Nassogne) che già l’anno prima aveva drenato dalle casse della Regione oltre 2 milioni. Senza alcun competitor. Stavolta la cifra era addirittura superiore (3,7 milioni), ma il ritiro dell’atto in autotutela e la sentenza del Tar hanno bloccato l’ennesimo affidamento senza gara.

Con SeeSicily è stato adottato lo stesso metro – in spregio alla trasparenza – ma stavolta non dovrebbe passare inosservato: l’Audit, come riportato dal quotidiano ‘La Sicilia’, ha segnalato alcune anomalie derivanti da queste modalità, dalla «mancanza di precisi riferimenti normativi atti a qualificare la procedura adottata» fino alla «impossibilità di definire la congruità dei costi e conseguentemente di effettuare una corretta rendicontazione». Dentro questi tecnicismi, a tutte le scelte che ne derivano, c’è un mondo. Condito da presunzione, arroganza, impunità. E persino omertà. Da parte dei politici che dovrebbero controllare e che invece, con discrezione, si girano dall’altra parte. Vi chiederanno il voto come se niente fosse.