Vittorio Sgarbi è stato espulso dall’aula di Montecitorio durante l’esame del decreto Giustizia. “Non può offendere i suoi colleghi, non può pronunciare parolacce”, gli ha detto la vicepresidente Mara Carfagna tra gli applausi unanimi. Sgarbi, che era insorto durante un intervento della deputata gelese Giusi Bartolozzi (Forza Italia) non voleva abbandonare l’emiciclo: così hanno dovuto caricarlo di peso e portarlo via i commessi.

“Vergogna, Vergogna!”, hanno urlato diversi deputati mentre qualcuno gli diceva “pagliaccio” e la Carfagna sottolineava che “ha trasformato quest’Aula in uno show”. A innescare lo scontro era stato l’intervento dell’ex assessore siciliano ai Beni culturali contro la magistratura e la richiesta di una commissione d’inchiesta: “Questa è una nuova tangentopoli” aveva urlato. Parole che hanno suscitato reazioni di esponenti di vari gruppi, a cominciare da Giusi Bartolozzi di Forza Italia, alla quale Sgarbi ha gridato più volte parole come “vaffanculo” e “stronza”.

“Le registrazioni d’aula – ha spiegato in seguito Vittorio Sgarbi – non hanno ripreso integralmente ciò che ho detto alla deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi. Le ho solo evocato il nome di Silvio Berlusconi, e dunque per denunciare la sua ipocrisia. E per una semplice ragione. La Bartolozzi è stata candidata in Forza Italia perché lo ha chiesto Gaetano Armao, suo compagno, anche lui di Forza Italia, attuale assessore nella giunta della Regione Siciliana. Nessuna offesa. La sola, semplice verità. Capisco che ricordarlo oggi che lei difende, senza alcuna distinzione, la magistratura, crei imbarazzo e susciti isteriche reazioni, anche da parte di chi le offre solidarietà. Ma non si può difendere astrattamente la magistratura senza ricordare di essere stati candidati dalla vittima più bersagliata della magistratura italiana, Silvio Berlusconi. Se Forza Italia oggi è ridotta a numeri di prefisso telefonico è anche per questo. Perché alle battaglie di principio, com’è quella per una magistratura indipendente e non politicizzata, si sono sostituite le battaglie del tornaconto personale”.