Non è la prima a interessarsi a Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E’ la prima a farlo sotto una duplice prospettiva, o luce che dir si voglia: Simona Lo Iacono, scrittrice e magistrato, 49 anni, ha da poco pubblicato “L’albatro”, in cui indaga lo scrittore nei suoi ultimi giorni di vita quando, vittima di un male incurabile, continua a racimolare ricordi ed evocare fantasmi sulle pagine di un quadernetto che fungerà da testamento. Ma non è tutto: la scrittrice analizzala questione, servendosi della fantasia, da un’angolatura diversa. Quella di un servo che ha frequentato a lungo la casa dei Lampedusa. Gliela fornisce Antonno, un bambino che va tutto alla rovescia, che è amico d’infanzia di Giuseppe e gli permette di scoprire la faccia della realtà che lui non vede.  Una specie di paradosso vivente, che va sempre controcorrente e genera nell’amico, che non abbandonerà mai, emozioni, curiosità, trasalimenti. L’albatro è Antonno, che non abbandonerà mai il capitano, nemmeno quando la sorte si fa nefasta.

Nel libro della Lo Iacono viene fuori l’eccitazione del racconto di tre famiglie nobiliari che vivono a Palermo ai primi del Novecento e trascorrono lì l’inverno: i Lampedusa, i Piccolo di Calanovella e i Trigona fanno a gara per non perdersi una prima al Teatro Massimo e si esibiscono nella ricerca spasmodica di sciccherie, ricevimenti, feste che ne giustificano, quasi l’esistenza stessa. Le vicende storiche si aggrovigliano alla vita del casato, ed è tutto appassionante. Perché non passa mai di moda.

La penna della Lo Iacono non è nuova a certi generi di impresa. Nata a Siracusa nel 1970, presta servizio presso il tribunale di Catania. Ha pubblicato diversi racconti e vinto concorsi letterari di poesia e narrativa. Il suo primo romanzo, Tu non dici parole (Perrone 2008), ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2010 le sono stati conferiti il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino” per la narrativa e il Premio Festival del talento città di Siracusa. Nel 2011 ha pubblicato Stasera Anna dorme presto (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande. Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo Effatà, vincitore del Premio Martoglio e del premio Donna siciliana 2014 per la letteratura.