Dopo questo periodo di ubriacatura papista, dopo che il Vaticano ha trionfato in telegiornali e giornali – un po’ meno fuori Italia – e dopo che tutti, proprio tutti, si sentivano competenti nel prevedere le fumate e le parate degli svizzeri, dopo che tutti giuravano che sarebbero andati a meditare sulla tomba di Francesco, dopo essere andati a farsi un selfie davanti al suo catafalco benché fosse proibitissimo, il papato e con esso la Chiesa cattolica ma pure, temo, la religione cristiana scompariranno dal nostro orizzonte. Basta, oggi tutto passa rapidamente di moda, e più è stata forte l’ondata della moda tanto più veloce è il declino. Quello che piaceva veramente, di questi eventi, era la ritualità antica, i costumi rinascimentali, il segreto. Cioè la superficie, non il cuore della religione. Cosa resterà di questa apparente conversione del mondo al cattolicesimo, alla quale, se dobbiamo credere ai riassunti dei temi trattati nelle congregazioni, hanno creduto perfino i cardinali? Niente, un pugno di mosche. Se non che il Conclave ha eletto un cardinale defilato, del quale si parlava poco, e quindi è sembrato veramente frutto non di maneggi e scambi di promesse, ma del soffio dello Spirito. E con questa scelta gli antichi principi della chiesa hanno dato prova di saperla guidare con intelligenza geopolitica e spirituale, con una visione del mondo legata alla realtà e non alle ideologie imperanti. Una bella scoperta, dopo il papato ideologico di Francesco. Continua su ilfoglio.it
