La procura della Corte dei conti (sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana), diretta da Pino Zingale, ha aperto un fascicolo sul buco in bilancio di oltre 10 milioni di euro che sarebbe stato provocato da SeeSicily, il piano per risollevare il turismo messo in ginocchio dal Covid. I dieci milioni rappresentano il totale delle spese “rettificate”, e dunque “non ammissibili”, su 33,5 milioni di fondi certificati, che la Commissione Ue non riconoscerà alla Regione. Significa che a fronte della mancata copertura da parte dell’Europa – il programma era sostenuto dai Fesr, fondi europei per lo sviluppo regionale – la Regione dovrà sborsarli di tasca propria. In realtà l’ha già fatto, anticipando il valore della cifra per pagare i voucher agli albergatori. Ma adesso dovrà iscrivere la somma in bilancio, producendo un debito.

Solo la corrente turistica di Fratelli d’Italia continua a non riconoscere il flop. Gli effetti nefasti di SeeSicily, non tanto e non solo per il buco prodotto, quanto per l’arroganza di potere manifestata dal Balilla e dai suoi successori – la spesa inammissibile riguarda in parte i periodi di Scarpinato e Amata – è stata riportata a galla dall’Autorità di Audit Regionale, cui si è rivolta la Direzione “Regio” della Commissione Europea per appianare le divergenze, su proposta del Direttore della Programmazione, Vincenzo Falgares. Insomma, il mea culpa – che ha inacidito gli animi dentro Fratelli d’Italia – arriva dall’interno, dalla Regione stessa.

La «corretta quantificazione delle rettifiche finanziarie», si legge su ‘La Sicilia’, ammonta a 8,2 milioni. In pratica la Regione perde innanzitutto i soldi già pagati ad albergatori, agenzie di viaggio e tour operator. Si tratta di 4 milioni di euro dei voucher non fruiti (quasi 60 mila sugli oltre 100 mila pagati per i pernottamenti), a cui si aggiunge una rettifica lineare del 10% (314 mila euro) sui buoni usati dai turisti. Analogo meccanismo per le escursioni e i servizi accessori: 3,2 milioni di spesa inammissibile, di cui più di 3 milioni corrispondono ai voucher non e 186 mila euro al taglio del 10% sui servizi effettivamente svolti. Ma l’imputazione riguarda anche 2,5 milioni destinati a servizi di comunicazione e promozione, cioè un affluente del grande scandalo che, attraverso tre distinte delibere, ha visto incrementare il plafond per le “vetrine elettorali” del governo (nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e soprattutto in tv e nei giornali), da 4,8 a 23,8 milioni. Con una larga dispensa a favore dei grandi gruppi editoriale: da Cairo a Publitalia, passando per Raicom.

In attesa che la Regione, con una variazione di bilancio, vada a coprire le perdite, emerge che ci sono altri soldi, poco meno di 10 milioni, di «impegni giuridicamente vincolanti» ancora sottoposti a verifiche. Il conto potrebbe diventare più salato e i personaggi da ringraziare, nel caso, sarebbero sempre gli stessi. Il deputato del M5s Luigi Sunseri, presidente della commissione Affari europei dell’Ars, è stato l’unico a sollevare la questione, puntando il dito contro Messina: “Un anno fa l’assessore mi diede del “cialtrone” e del “buffone”, ora le carte e i numeri mi danno ragione, purtroppo per noi. Non ho risposto alle accuse infamanti dell’ex assessore, ma i dati di oggi confermano la sua incapacità e il fallimento, ennesimo, del governo Musumeci”. Su SeeSicily e gli sprechi del turismo restano puntati i riflettori della Procura di Palermo e della Procura regionale della Corte dei Conti, per l’accertamento di eventuali illeciti sotto il profilo penale ed erariale.

I Cinque Stelle: Schifani tolga a Fdi l’assessorato-giocattolo

“Ora che sul caso ‘See Sicily’ il buco di oltre 10 milioni è certificato, nero su bianco, nelle carte inviate alla Commissione Europea dall’Autorità di Audit della Regione, non ci sono più dubbi: sulla vicenda, che abbiamo denunciato anche in conferenza stampa e per la quale abbiamo fatto un esposto alla Corte dei conti, avevamo ragione da vendere. Ora basta ostruzionismi, Galvagno convochi la seduta d’aula dedicata all’argomento che gli chiediamo da oltre un anno senza ottenere risposta. E lo faccia con celeritá, dato che gli spazi ci sono e sono pure abbondanti, visto il calendario dell’Ars è stato praticamente svuotato dalle imminenti elezioni europee”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

“È indispensabile – dice Antonio De Luca – un confronto che non sia solo sui giornali, ma davanti a tutta la deputazione regionale e ai cittadini, che devono poter ascoltare l’assessore Amata e Schifani, a cui abbiamo tante cose da chiedere. È una battaglia che va oltre al caso specifico, ma che investe il corretto uso dei fondi europei e nazionali, che devono essere spesi tutti e bene, cosa che spesso il governo Musumeci non ha fatto. Fratelli d’Italia ha ampiamente dimostrato di sapere fare solo disastri, Schifani ne prenda atto e tolga il giocattolo-turismo dalle loro mani”.

Sul caso interviene anche il presidente Cinquestelle della commissione Ue dell’Ars Luigi Sunseri che si è occupato della vicenda ‘See Sicily’ sin dalle prima battute. “Seguiremo – dice – con molta attenzione la decisione finale della Commissione europea sul caso. Dal canto mio garantisco che la commissione che presiedo vigilerà affinché le spese future dei fondi europei siano fatte in maniera corretta e oculata nell’interesse dei siciliani e delle imprese dell’isola e non come in questo caso, finendo per creare possibili danni al bilancio della nostra Regione. Ora infatti c’è da capire quale sarà l’impatto dell’operazione sui nostri conti e dove saranno reperiti i fondi per coprire gli impegni assunti cui non si potrà fare fronte con le risorse europee”.