Nel tempo sospeso di questa lunga estate, una prospettiva c’è: il 9 settembre, per la politica siciliana, sarà una sorta di D-Day.

L’Ars è in vacanza da qualche settimana, da quando i franchi tiratori bastonarono il governo impallinando le norme sull’editoria e sui laghetti artificiali di Sammartino; Schifani va e viene dalle vacanze per seminare il panico al Ministero di Salvini e fra i suoi oppositori interni. Ma la ripresa si avvicina: martedì 9 riapre Palazzo dei Normanni e contestualmente il presidente ha convocato il gruppo parlamentare di Forza Italia per stabilire le prossime strategie. Ed eventualmente – dopo i rilievi di Falcone, Mulè e Calderone – per fare la conta: “O con me o contro di me”.

Solo che i deputati, poveracci, non si esporranno mai. Almeno finché dal comandante in capo non arriverà un segnale di condivisione democratica sulle scelte da fare. Per questo hanno ripreso a circolare, in maniera vorticosa, le voci di rimpasto. E riguardano, puta caso, i due assessori “tecnici” che la stragrande maggioranza del gruppo non avrebbe digerito. Quello all’Economia, Alessandro Dagnino, è insidiato da Michele Mancuso, che a Caltanissetta avrebbe convinto il sindaco Tesauro, forzista, a estromettere i leghisti dalla giunta comunale (dopo la vicenda Tardino). Ma anche la Faraoni, assessore alla Sanità da appena sette mesi, starebbe rischiando il posto non tanto per la cronica incapacità nella gestione dei problemi; quanto per la richiesta del deputato acese, Nicola D’Agostino, di partecipare al turnover.

Schifani, in questi mesi, è riuscito a scontentare tutti: persino i deputati più allineati come Stefano Pellegrino (destinatario di un’invettiva, all’Ars, durante un summit di maggioranza), ma anche la sindaca di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo, la collega di Capri Leone Bernadette Grasso o il potente figlio d’arte Riccardo Gennuso (che avrebbe usato l’aggancio del figlio di Schifani per provare ad accreditarsi come futuro assessore). Questi ultimi non hanno partecipato al voto sulla riforma dei Consorzi di Bonifica, anch’essa bocciata col voto segreto.

Il 9 settembre si annuncia il caos. E non basterà certo la candidatura di Marcello Caruso al congresso del prossimo anno per ristabilire gli equilibri. Peraltro Schifani si troverà di fronte a un pericoloso incrocio: quello della manovra quater. Tutti i provvedimenti accantonati dal testo dalle variazioni di bilancio approvate prima delle ferie, torneranno di moda. Anche le mance. Tutte le norme che non sono state onorate prima dell’estate, saranno di nuovo all’ordine del giorno. Tra queste, come segnalato dalla produttrice Gloria Giorgianni, c’è anche il contributo “aggiuntivo” che il governatore avrebbe voluto assegnare alla Film Commission per scorrere la graduatoria dei film finanziati con l’ultimo Avviso, tra i quali non compare quello dedicato alla vita di fratel Biagio Conte.

Il presidente aveva promesso un intervento diretto, ma in commissione Bilancio gli hanno stralciato pure quello. “Ho incontrato Schifani a luglio – ha raccontato la Giorgianni in un’intervista all’Adnkronos – e mi ha confermato che avrebbe avuto intenzione di finanziare il nostro film, insieme con altri due, attraverso una manovra finanziaria. Da allora non ho più avuto modo di interloquire con il presidente”. Ma c’è un altro passaggio che merita di essere analizzato. Quello in cui la produttrice spiega che “la Sicilia Film Commission ha un massimo di finanziamento fino a 750 mila euro a progetto, nelle altre regioni d’Italia le Film Commission danno somme inferiori ai film. In Calabria danno al massimo 500 mila, in Puglia al massimo 450 mila euro, in Piemonte 400 mila euro. Sarebbe stato opportuno, secondo me e anche secondo altri, magari distribuire le risorse e finanziare più film che la stessa Commissione ritiene finanziabili”.

È evidente, però, che la gestione dei contributi da parte dell’assessorato al Turismo, negli ultimi anni, ha goduto di canali discrezionali. Lo stesso Schifani, dopo la pubblicazione di una graduatoria da parte di una commissione valutativa nominata dalla Film Commission, aveva avuto da ridire: “Chiederò all’assessore al Turismo di fornirmi tutte le informazioni utili per comprendere le motivazioni di questa decisione”. Poi si è stoppato. Decidendo di non sferrare l’ultimo colpo né contro la Amata, già indagata a Palermo per corruzione, tanto meno contro Nicola Tarantino, dirigente del Servizio in questione. Uno dei fedelissimi dell’ex vicecapogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio: Manlio Messina. Ai posti di comando ci sono sempre loro. Quelli degli scandali e dello “spendi e spandi”.

La virata, fin qui, non c’è stata. Nemmeno sulla questione morale. E difficilmente ci sarà dal 9 settembre. Quando, peraltro, il Tar Sicilia dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Regione avverso la nomina di Annalisa Tardino all’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale. L’esponente leghista scelta (non a caso) da Salvini non avrebbe i requisiti. E inoltre il Ministero non avrebbe coinvolto la Regione prima di giungere alla nomina. Da qui la furia di Schifani, che dopo Ferragosto è rientrato di gran corsa a Palermo per affiancare gli avvocati nella predisposizione del ricorso e chiedere la sospensiva del provvedimento ministeriale (ma è al Mit che spetta l’indicazione).

L’esito della vicenda Tardino, nei giorni a venire, potrebbe risultare decisivo anche per Luca Sammartino: il deputato catanese, che ha fatto voto di fedeltà sia a Salvini che a Schifani, attende con ansia il nuovo decreto di nomina all’Agricoltura. Lasciò l’assessorato un anno e mezzo fa per le note vicende giudiziarie, ora non vede l’ora di rientrare. Gli è stata promessa persino la delega ai rapporti col parlamento. Ma non ha mai fatto trasparire una reale preferenza fra il presidente della Regione e il segretario nazionale del suo partito. E non ha mai ammesso – non potrebbe, d’altronde… – che il suo asse con Cuffaro ha destabilizzato il resto della compagine di governo. I politici, però, prima o poi devono uscire allo scoperto, specie se – come nel caso di Sammartino – aspirano a grandi responsabilità e rappresentano le speranze di decine di migliaia di persone. L’estate sta finendo, ma lo show deve ancora cominciare.