Un dossier che scotta
su Palazzo d’Orleans

Da Palazzo dei Normanni, è partito un messaggio duro, spietato; un colpo basso difficile da parare. Dagli uffici che controllano l’attività dell’Assemblea regionale è venuto fuori un dossier di 44 pagine che dimostra, con la forza dei numeri, la disarmante volatilità del governo Schifani. I dati si riferiscono al 2024 e raccontano che da Palazzo d’Orleans non è arrivata nessuna riforma. Solo leggine di ordinaria amministrazione: per lo più correzioni di bilancio. Minutaglia, insomma. Un dossier così urticante non esce per caso dalle stanze blindate dell’Ars. O meglio: non esce all’insaputa del presidente Galvagno. L’indiscrezione, puntualmente pubblicata da Repubblica, potrebbe quindi sottintendere un avvertimento di Fratelli d’Italia – in particolare della corrente di La Russa – al governatore. Attento, Schifani: o si cambia rotta o la rielezione te la sogni.

FdI, l’alleato ingombrante

Lo stop a Iacolino, l'influenza sugli aeroporti e sulla sanità. Schifani è diventato prigioniero dei patrioti

L’armata Brancaleone
di Palazzo d’Orleans

L’annuncio non lasciava dubbi: l’incarico di Salvatore Iacolino al vertice della Sanità sarebbe stato rinnovato “sine die” per dare la possibilità al direttore della Pianificazione strategica di rimanere in sella fino alla conclusione della legislatura. Cioè fino a settembre del 2027. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare delle leggi. Al momento della firma infatti qualcuno – il commissario di Fratelli d’Italia, Luca Sbardella – ha fatto notare al presidente della Regione che prima di rinnovare l’incarico a un “esterno” come Iacolino sarebbe stato utile e necessario interpellare la disponibilità dei dirigenti interni. Obiezione accolta e delibera rifatta: rinnovo sì, ma solo per cinque mesi. Una magra figura che a Schifani poteva essere risparmiata. Solo se a Palazzo d’Orleans ci fossero degli esperti. Invece in..

Partita chiusa per Zelensky
Putin lo tiene, Trump lo mena

Stavolta lo strappo si consuma a distanza, non nello Studio Ovale e in mondovisione, ma la sostanza è la stessa: Donald Trump accusa Volodymyr Zelensky di voler "prolungare lo sterminio" con la sua inutile e ostinata resistenza nella difesa dei territori, di essere "un uomo senza carte da giocare", di costringere l'Ucraina in una situazione "disastrosa", per cui può scegliere, "può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l'intero Paese". Tutto questo mentre il Cremlino fa sapere che le dimissioni di Zelensky non sono tra le richieste della Russia all'Ucraina, tuttavia qualsiasi documento da lui firmato, secondo Mosca, può essere contestato per la sua illegittimità. Continua su Huffington Post

“Pensiamo al Papa”. Meloni si sfila
dal vertice Trump-von der Leyen

Non si preparano bilaterali America-Europa in quattro giorni scarsi. Non si parla di business, cioè di dazi, a margine dei funerali di un Papa. Giorgia Meloni e i suoi ministri in queste ore frenano entusiasmi e ricostruzioni. Il governo è alle prese con la mastodontica organizzazione di un evento globale con una sfilza di capi di stato e di governo (circa 170), con relative delegazioni diplomatiche, previsti fra venerdì e sabato a Roma. Gli occhi sono puntati su Donald Trump che, ad ascoltare importanti ambasciatori europei, ha già “requisito” gli hotel più appetibili in centro. La presidente della Commissione Ue von der Leyen fa sapere che è pronta a bilaterali, ma sembrano intenzioni unilaterali. Giorgia Meloni lavora a un incontro tra Europa e Usa fra maggio e giugno a Roma,..

L’ironia di Bersani
sul 25 aprile “sobrio”

Spinto dal cordoglio per la morte di Papa Francesco, il ministro Nello Musumeci invoca un 25 aprile “sobrio”. Certo, si potrà festeggiare la liberazione dal fascismo, ma senza eccessi né schiamazzi; si potrà inneggiare alla resistenza e si potranno anche ricordare gli eroi partigiani, ma sottotono: senza sventolare bandiere rosse e senza intonare canzoni inappropriate come “Bella ciao”. Comprendono queste strambe prescrizioni i cinque giorni di lutto nazionale proclamato dal governo Meloni? Il compagno Pierluigi Bersani non ci sta. “Vorrei rassicurare il ministro – ha detto durante una trasmissione de La7 – che il 25 aprile Bergoglio riceverà solo lacrime e applausi. In merito alla sobrietà vorrei ricordare che noi abbiamo un governo che è di un sobrio incredibile: nessuno di loro partecipa mai a una celebrazione del 25 aprile”...

Gerenza

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