Taormina: il teatro conteso

Così come richiesto dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, oggi è tornata a riunirsi la commissione di Valutazione “Anfiteatro Sicilia”. Il neo sindaco di ‘Sud chiama Nord’ aveva chiesto una convocazione urgente alla commissione interdipartimentale in cui sono presenti due assessorati regionali al Turismo e Spettacoli e ai Beni Culturali per affrontare il tema legato alla gestione del teatro antico. All’incontro erano presenti la presidente della commissione Angela Scaduto, la dottoressa Sparacino per il Parco Archeologico Naxos Taormina, e Giuseppe Palmeri, Capo della Segreteria particolare dell’ assessorato Beni Culturali.

“Avevo chiesto la convocazione di una apposita riunione per esprimere il mio disappunto circa l’attuale gestione del teatro antico che non tiene conto delle esigenze della città – ha ribadito De Luca -. Taormina, piaccia o no, oggi ha difficoltà oggettive nell’ospitare e gestire grandi eventi per i quali non si possono garantire i servizi essenziali legati alla tutela del bene storico, il decoro e la sicurezza per i cittadini e la città di Taormina. Per tutta risposta invece oggi all’ordine del giorno la commissione aveva semplicemente l’aggiornamento del calendario degli eventi 2023 e addirittura l’inserimento di nuove date. Ovviamente mi sono opposto e ho impedito la trattazione dei punti posti all’ordine del giorno”.

Già nei giorni scorsi il neo sindaco di Taormina aveva acceso i riflettori sulla questione, ipoizzando l’istituzione di un balzello (1 euro a spettatore) per garantire al Comune la gestione dei servizi connessi all’esecuzione degli spettacoli e all’utilizzo del Teatro. “Non è pensabile sovraccaricare Taormina e il teatro in un periodo, quello di alta stagione, in cui la città è già sold out indipendentemente dai grandi eventi – ha detto ancora De Luca -. Inoltre, ho dimostrato che ogni grande evento genera un danno erariale alle casse della regione siciliana perché gli incassi per ogni serata che non superano i 10 mila euro, tre mila euro di canone fisso e il 2,5% sullo sbigliettamento, non coprono i mancati introiti della chiusura anticipata alle ore 17 in coincidenza dei grandi eventi e non coprono i costi delle modifiche del palinsesto che ogni grande evento richiede”.

“Cosa resta a Taormina a margine di ogni concerto? – si domanda De Luca – Nelle casse del comune non entra un solo euro, in compenso però dobbiamo fare uno sforzo incredibile per garantire tutti i servizi atti ad assicurare l’ottima riuscita dell’evento. E allora basta! L’utilizzo del teatro non può essere mero affare per gli impresari che invito ad astenersi dal dare pubbliche lezioni di economia turistica al sottoscritto essendo in evidente conflitto di interesse su un tema che non brilla di trasparenza ed imparzialità nell’azione della pubblica amministrazione”.

Il prossimo passo è un incontro istituzionale con la Regione. “Ho chiesto l’immediata convocazione di un tavolo tecnico con l’assessore regionale ai Beni Culturali Francesco Paolo Scarpinato al fine di affrontare in maniera risolutiva la questione. L’assessore ha condiviso i miei dubbi e le mie preoccupazioni. Ci vedremo domenica mattina a Palermo per individuare il percorso da intraprendere per liberare Taormina dal monopolio della gestione del Teatro antico e restituirle il ruolo di protagonista che merita”. Scarpinato – piccolo inciso – è lo stesso assessore che i due gruppi di De Luca all’Ars avrebbero voluto sfiduciare dopo il cortocircuito di Cannes. Ma la proposta non è mai stata calendarizzata.

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