L’audizione di Totò Cuffaro in commissione Antimafia porta con sé nuovi strascichi. Nel corso della sua audizione con Claudio Fava sulla questione rifiuti, Cuffaro aveva sostenuto la necessità di impiantare in Sicilia quattro termovalorizzatori per evitare che l’Isola diventasse una pattumiera e ha rimproverato al suo successore Raffaele Lombardo di aver puntato solo sulle discariche, diventate il regno del malaffare. Dalle colonne di Live Sicilia, l’ex leader dell’Mpa ha risposto: “Non ho voglia di polemizzare, tanto più con Cuffaro che sui termovalorizzatori ricorda male”. Dopo che la Corte di Giustizia di Lussemburgo, nel 2007, annullò la prima gara per realizzazione di quattro inceneritori (non rispettava alcuni criteri europei), “tentammo pure con una nuova gara per evitare contenziosi – riflette adesso Lombardo -. Ma alle giuste condizioni: l’obbligo di adeguare gli impianti alle migliori tecnologie e alla salvaguardia dell’ambiente e il ridimensionamento in relazione ai rifiuti realmente prodotti e all’incremento della differenziata prescritto dall’Unione Europea” ma “la gara andò deserta”. “Il nostro piano – ricorda Lombardo – era incentrato sulla raccolta differenziata e sugli impianti di compostaggio. Ricordo che me ne occupai personalmente dopo le dimissioni dell’ex prefetto Giosuè Marino”. Ma il piano si bloccò: “Le polemiche si scatenarono sull’abolizione dell’Arra, l’agenzia acqua e rifiuti e sul mancato riconoscimento alle ditte aggiudicatarie di un presunto danno di 329 milioni, costi che ritenemmo eccessivi. Non potevo consentire che si sperperassero i soldi della Regione”.