Si fa presto a dire che la Regione non è altro che un elefante stanco. Gianfranco Miccichè, leader di Forza Italia, sabato è andato a Catania e ha riportato a casa gli uomini, da Castiglione a La Via, che al tempo del governo Letta avevano trovato rifugio nel fragile partiticchio di Alfano. Sempre sabato, Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione Federico II, ha portato dentro Palazzo dei Normanni, antico simbolo del potere, i dolori e le speranze della Kalsa, quartiere di Palermo tra i più dimenticati. Ieri sera, a Catania, Ruggero Razza, assessore alla Salute, ha definito con la giunta di Nello Musumeci, i nuovi assetti della sanità: dei vecchi manager, quelli bravi sono rimasti, gli altri sono stati sostituiti. Senza pregiudizi, senza forzature. Dove si dimostra che la buona politica, malgrado tutto, sa farsi strada. C’è ancora speranza per la Sicilia.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Tre segnali di speranza per noi della Sicilia
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