Ora che Giovanni Tria, il ministro del Tesoro tanto odiato da Salvini, ha lasciato gli uffici di via XX Settembre, che ne sarà del giochino politico grazie al quale il bullo di Palazzo d’Orleans ha fatto credere al presidente Musumeci di avere una solida sponda con il governo di Roma? Lui sosteneva che Tria fosse un suo fraternissimo amico e che grazie a questa amicizia l’interlocuzione della Regione avrebbe conseguito innegabili vantaggi. E non aveva pudori. Quando Palazzo Chigi gli sbatteva la porta in faccia e lo rispediva a casa con le pive nel sacco lui narrava la favoletta secondo la quale non c’era comunque da strapparsi le vesti perché “l’amico Tria” avrebbe aggiustato ogni cosa. E Musumeci finiva per crederci. Ora che Tria è uscito di scena e il bullo avrà momenti di inevitabile smarrimento, al Governatore spunterà finalmente il dente del giudizio?
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Tria, il Governatore e il dente del giudizio
giovanni trianello musumeci
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