Onore a “La Sicilia” di Catania i cui editori hanno scritto un violento atto d’accusa contro i vertici della Regione che a marzo dell’anno scorso, per imbiancare il sepolcro della loro ipocrisia, hanno approvato una legge di sostegno; ma subito dopo hanno fatto di tutto per evitare che i dieci milioni stanziati da quella legge arrivassero nelle casse dei giornali in crisi. Il governatore Musumeci prenda un appunto. Il quotidiano di Mario Ciancio solleva dubbi pesantissimi, non ultimo quello che i ritardi nel distribuire i fondi siano in realtà finalizzati a una scellerata manovra clientelare: più ci si avvicina alla scadenza elettorale e più diventa facile, per i bulli della politica, utilizzare quei dieci milioni come una mancia, buona per foraggiare il leccaculismo di giornali e giornalisti, di siti web e tv private. Un gioco sporco. “La Sicilia” non ci sta.