Nessuna gaffe: il riferimento, questa volta, è voluto. Sergio Tancredi, deputato di Attiva Sicilia, ex M5s, posta su Facebook il tatuaggio con cui, ai tempi del Nazismo, si marchiavano i detenuti nei campi di concentramento. “A breve, per chi non si allinea… – è il commento a margine – Magari pratica inserita in un Dpcm. Sapevatelo”. Sul web scoppia un polverone. E a nulla servono le rassicurazioni dell’onorevole, che riceve centinaia di commenti, per la maggior parte insulti: “La provocazione ha avuto successo. Spero che serva a svegliare dal torpore”. Quello in cui sarebbero precipitati gli italiani di fronte alle strette del governo – passate e annunciate (vedi obbligo di green pass) – in tempo di pandemia. Tancredi ha da ridire anche sui vaccini: “Tolgano il consenso informato. Lo Stato abbia il coraggio di mettere nero su bianco l’obbligo. Poi potremo ricorrere alla Corte dei diritti dell’uomo, nel caso. E vediamo come finisce. Troppo comodo che devo prendermi io la responsabilità di un trattamento sanitario del quale conosco poco o nulla in concreto”. “Le epidemie e le pandemie esistono da sempre – sostiene Tancredi – E si sono sempre contrastate trovando le cure, e dopo si è studiato per trovare i vaccini. Qui abbiamo invertito il processo”.

Ma ciò che stupisce il web è l’accostamento storico. “Che vergogna, una provocazione di pessimo gusto. Mi vergogno di aver contribuito a mandarla a rappresentare i siciliani”, scrive Fabrizio. Nel dibattito irrompe Vanessa Ferreri, ex deputata Cinque Stelle all’Ars: “Sergio ma sei impazzito? Accostare la deportazione di esseri umani perché di religione, nazionalità, orientamento sessuale e disabilità, non gradite alla mente di un folle criminale, al vaccino anti covid… è mostruoso. Mostruoso e molto triste e di una gravità spiazzante. Abbiamo spesso condiviso percorsi dove ci siamo trovati in sintonia, ma questo è aberrante”. “Aberrante – le fa eco un altro commento – è spacciare questo post come una provocazione. Aberrante è spacciare come opinione una evidente mancata conoscenza dei fatti. Perché è del tutto evidente che lei sconosce sia il periodo storico relativo alla Shoah sia quello attuale”.

A chi gli chiede se “le due cose siano minimamente paragonabili”, Tancredi risponde di sì: “Penso che la deriva sia in questa direzione”. E ancora: “Se le istituzioni prendono una deriva incomprensibile proprio chi è dentro deve provare a fermare le derive antidemocratiche”. “Nella Germania nazista ed in Italia – prova ad argomentare il deputato – si comincio così… dividendo le persone in due blocchi, per mettere ai margini gli Ebrei. Nessuno disse nulla e sappiamo tutti come è finita. Ed anche la vostra ipocrita levata di scudi – dice, riferendosi ai commentatori più adirati – dimostra che la deriva sociale sta prendendo una piega simile. Dovreste vergognarvi voi…”. A seguito delle esternazioni sui social, il Partito Democratico ha chiesto le dimissioni del deputato.

Il Movimento 5 Stelle va all’attacco con il capogruppo Giovanni Di Caro: “Per un post come quello fatto stamattina dal deputato regionale Sergio Tancredi ci sono poche cose da fare: vergognarsi e correre a cancellarlo, non prima di avere chiesto umilmente scusa a tutti, nel rispetto della memoria dei morti nei campi di sterminio e per tutelare l’istituzione che rappresenta, in questo caso in maniera non proprio degna, anzi”. “Paragonare il green pass ai tatuaggi dei campi dello sterminio nazista di 6 milioni di ebrei – afferma Di Caro – è qualcosa che fa semplicemente raggelare. Peggio ancora se queste affermazioni vengono fatte da chi ha un ruolo pubblico ed è chiamato a rappresentare il popolo siciliano. Vaccinato e non”.