Forza Italia vive giorni surreali: il partito fondato dal “Caimano” si ritrova improvvisamente a difendere Repubblica, il quotidiano della sinistra in agitazione per la possibile vendita al greco Kyriakou. Barachini convoca i vertici, La Russa rassicura, la redazione chiede italianità alla Meloni. E Pier Silvio Berlusconi dice persino che gli dispiacerebbe vedere Repubblica in mani straniere. La scena è questa: il giornale di Scalfari accarezzato da chi per decenni ne è stato il nemico. Intanto, negli stessi istanti, Pier Silvio prova a rimescolare anche Forza Italia. Tra Cologno e Mediaset predica “facce nuove”, bacchetta Tajani, valuta governatori, manager, direttori, fa scouting come fosse un palinsesto. Il partito vive come in zona sismica. Sorprese in vista.

Roma. Il modello di Pier Silvio Berlusconi è semplice: metterebbe Gerry Scotti al posto di Tony Tajani. Quando Tony è in India, Pier Silvio canta. Invita giornalisti, a Cologno, solito format (gli auguri di Natale) per parlare di Mediaset, della Ruota della fortuna (“che potrebbe andare in onda 366 giorni l’anno e non si stancherebbe nessuno”) e poi dice di Tony Tajani: “Sono grato a Tajani ma servono facce nuove, idee nuove e un programma rinnovato” (vi diremo quali sono). Tony Tajani si trova in missione in India e gli va il riso di traverso. Alla Camera i parlamentari di Forza Italia si spediscono l’agenzia di Pier Silvio come il biglietto di Natale. Ripetere che servono facce nuove da uno, come Pier Silvio, che manda da vent’anni in onda Le Iene, La Ruota della Fortuna, Bonolis, Scotti, e che spreme Del Debbio come un limone (Del Debbio, sei unico!) fa sorridere. Ma Pier è fatto così. Vuole fare politica, almeno, fare sapere che la può fare, ma quando gli chiedono (ieri): ma la vuoi fare? Risponde (sentite): “Non è un tema che oggi esiste”. Ah no? Non pago, Pier, alla domanda: nel 2027, quando avrà la stessa età della discesa in campo del Cav., la farà? E Pier Silvio replica: “Oggi la scienza porta la vita ad allungarsi, c’è tempo”. E cosa ne pensa di Meloni? Sempre Pier Silvio: “Abbiamo il miglior primo ministro in Europa”. Sviolinate d’Italia. Il problema è che Pier “vuole facce nuove in Forza Italia, io non cambio idea”. Vorrebbe la sua, ma allora mettila! Il povero Paolo Barelli, il capogruppo di FI alla Camera, indiziato come possibile bonzo da offrire in sacrificio, non si scompone: “Mi fermo al grato a Tajani”. Vi spieghiamo come stanno le cose. Pier Silvio ha preso una sbandata (l’ultima) per i due governatori Roberto Occhiuto, Alberto Cirio (così come aveva preso una sbandata per il giornalista Gerardo Greco). Aggiungete che in Forza Italia si stavano raccogliendo le firme per chiedere il cambio di Barelli, come capogruppo (sarebbero arrivate a otto), aggiungete che Tony Tajani non sa più che inventarsi. È la solita ruota della sfortuna. Tajani che fiuta il siluro risponde immediato, dall’India, che “è in perfetta sintonia con la necessità di rinnovamento” suggerita da Pier. Quando si gira, con il suo leale Vincenzo Nigro, Tony vorrebbe dire: Pier Silvio, ma pigliate una pastiglia.

Ma Tony non può perché la famiglia è famiglia. In Forza Italia abbiamo già raccontato che si vive come nelle zone sismiche. Un giorno arriva lo scossone di Marina, la Cavaliera, un altro quello di Pier Silvio che gira la ruota. L’indiscrezione è che Pier fa personalmente scouting. I preferiti variano come le azioni in Borsa. Al momento risalgono Occhiuto, Cirio, Stefano Benigni, Simone Leoni. Lanciatissimo è Occhiuto, che il 17 dicembre organizza un evento della sua corrente (Forza Bergamotto) nientemeno che a Palazzo Grazioli. Una malalingua: “Guarda che da Occhiuto ci sono diserzioni importanti, di Tim e Mps”. Come se Occhiuto avesse bisogno dei manager, lui che in Calabria ha i bronzi di Riace. Veniamo a queste benedette nuove facce. Spiegano dal partito: “Se Pier Silvio è troppo impegnato, dove volete che scelga le nuove facce? In azienda”. Stanno circolando nomi fantastici. Uno è l’ad Niccolò Querci, consigliere personale di Pier Silvio Berlusconi. L’altro è Stefano Sala, l’ad che guida Publitalia, l’uomo che paga gli stipendi. Ma tenetevi forte. Chi resta? A Mediaset hanno un filosofo che è Andrea Delogu, vicedirettore dell’informazione (ha più lauree del presidente della Camera, Lorenzo Fontana) e poi c’è sempre Mauro Crippa, il direttore dell’informazione, Oppenheimer. Ma se togliete questi tre pilastri a Pier Silvio, Pier come fa? Lui che deve allenare i bicipiti? Il grande nome, perfetto, che si è provato ad avvicinare è Annalisa Doris, figlia del grande Ennio, vicepresidente di Banca Mediolanum (avete capito perché in FI è lotta dura e senza paura contro la patrimoniale?). Ebbene, al momento, Doris resta un sogno e dunque Tajani spinge in televisione i giovani come Lavinia Pieri, portavoce nazionale dei giovani di FI. Anche questo Natale ce lo stiamo per togliere, a Pasqua sappiamo come va a finire: servono facce nuove. Ad agosto, per la presentazione dei palinsesti, servono facce nuove. Tajani sembra il povero uomo de “La vecchia giacca nuova” di Paolo Conte: “Guarda guarda, la giacca nuova sembra la fodera di un sofà / basta resistere / basta ripetere / così si fa”.