C’è il moralismo peloso di Renato Schifani che, in preda a un furore sanfedista, licenzia i due assessori democristiani – infetti di cuffarismo ma senza macchia giudiziaria – e grazia l’assessore Elvira Amata, esponente della corrente turistica di Fratelli d’Italia, per la quale è stato chiesto il rinvio a giudizio. E c’è il moralismo silente degli altri partiti di maggioranza – la Lega di Luca Sammartino e l’Mpa di Raffaele Lombardo – che non hanno spiccicato una parola per dire a Schifani che c’è un limite all’incoerenza e pure alla logica di figli e figliastri. E allora togliamo il velo all’ultima ipocrisia. Dietro ogni moralismo c’è un sacco vuoto che aspetta di essere riempito con i voti in fuga da una Dc che, dopo la caduta di Totò Cuffaro, non potrà che finire in macerie. E il sacco più grande, manco a dirlo, è quello di Schifani e della sua Forza Italia.