La “manovrina-quater” è finita in un limbo. Doveva servire a dare ossigeno a pochi capitoli di bilancio, ma rischia di trasformarsi in un “mostro”: 54 articoli e 240 milioni da ridistribuire, su cui si sono già abbattuti circa 2.500 emendamenti (sia da parte della maggioranza che dell’opposizione). Un fiume di correttivi che, più che migliorare il testo, ne rallenta l’approvazione. Segno che l’aria a Palazzo dei Normanni è tutt’altro che respirabile.
Il termine per la presentazione degli emendamenti è scaduto questa mattina alle 10. La discussione generale sul testo, che inizialmente era fissata per le 11, è stata rinviata alle 15. Infine è slittata a domattina: l’Aula, infatti, ha votato l’elezione di un componente della Corte dei conti (l’avvocato catanese Maravigna, gradito a Gaetano Galvagno e a FdI, che ha ottenuto un “bonus simpatia” anche da Forza Italia), poi si è espressa favorevolmente sul parere per la nuova figura del deputato supplente, prevista da una norma nazionale.
Intanto, a tenere banco resta lo strappo politico consumatosi nei giorni scorsi tra Renato Schifani e Fratelli d’Italia, sulla nomina di Salvatore Iacolino al vertice del dipartimento Pianificazione strategica. Una frattura che pesa sugli equilibri interni al centrodestra e che rischia di complicare l’iter della finanziaria.
“Tutti gli articoli e gli emendamenti su misure specifiche non accompagnati da relazioni tecniche redatte dai dirigenti dei Dipartimenti competenti e dalla Ragioneria generale, vanno stralciati, come scritto dal presidente dell’Ars Galvagno lo scorso luglio in una nota inviata ai presidenti delle commissioni e dei gruppi parlamentari. Bene che sia stata accolta la nostra richiesta di rinviare l’Aula. Attualmente non ci sono le premesse per potere portare avanti il disegno di legge sulle variazioni in discussione a Sala d’Ercole. Domani presenterò una pregiudiziale in tal senso che andrà votata”. Lo afferma il deputato regionale del M5S Adriano Varrica.
“Nella nota di luglio – dice Varrica – Galvagno, in risposta alle osservazioni del Ministero dell’Economia, è stato chiarissimo: per le misure specifiche, che Schifani ha definito mance, in assenza di relazioni, gli articoli e gli emendamenti sarebbero stati stralciati. Oggi, però, constatiamo che nessun articolo è stato stralciato e che le relazioni tecniche non risultano disponibili”. Il gruppo M5S ha quindi chiesto che tutti i documenti vistati dai Dipartimenti che dovrebbero giustificare i microinterventi territoriali vengano caricati sui tablet dei deputati, “perché è diritto dei parlamentari e dei cittadini sapere con quali criteri si assegnano 50 mila euro al cimitero di Santa Venerina e non a quello di Cefalù, o alle strade comunali di Cesarò invece che a quelle di Partinico”. “Ci aspettiamo che il presidente dell’ARS – conclude Varrica – sia coerente con quanto da lui stesso scritto lo scorso luglio, altrimenti la sua parola non potrebbe più avere alcuna credibilità”.