Regalateli più garofani. Il giardino di Meloni ha le spine. Si comincia a temere davvero l’esito del referendum sulla giustizia. Sboccia il caso Francesco Saverio Garofani, ex deputato del Pd, consigliere di Mattarella, che siede nel Consiglio di difesa. La Verità lo sente parlare a tavola di “provvidenziale scossone” per fermare Meloni. Il capogruppo di FdI, Bignami, chiede la smentita di Garofani, il Quirinale registra “stupore per le dichiarazioni del partito di maggioranza relativa”. Sberle. Interviene Fazzolari. Dalle parti del Quirinale dicono che Garofani non si deve scusare di nulla e si attende la telefonata di Meloni (fino a quando si scrive si attende) che è inimmaginabile pensare Mattarella “tramare” contro il governo. È un vaso, ma di fraintendimenti.
L’intesa M–M, Meloni, Mattarella + Crosetto (se oggi si votasse per il Quirinale, il Pd voterebbe Crosetto) viene mandata alle ortiche. Bignami interpreta i sentimenti del suo partito e chiede a Garofani di smentire una frase che gli attribuisce La Verità, un disegno per arginare la prossima vittoria di Meloni (la vera notizia è che a sinistra viene già data per scontata). Bignami, alla Camera, dice al Foglio che “io non mi sarei mai permesso, e non ho coinvolto, il presidente della Repubblica. Figuriamoci. Ci aspettavamo e contavamo solo ad aspettarci la smentita di Garofani”. Parla a titolo personale. Si carica tutto il peso. Ma non basta. Elly Schlein trasla: è un attacco a Mattarella. In questo paese c’è una spia, una sirena. Quando interviene Fazzolari (sempre con un’agenzia Ansa) significa che la soffra la speciale intesa Crosetto e Mattarella, ma l’obiezione è che Meloni sull’Ucraina è sempre stata chiara. Perché? Tanto più dopo quella serata da grande Occidente, quel comunicato del Consiglio Supremo di Difesa, di lunedì, a favore dell’Ucraina firmato da Meloni e Mattarella. Incombe la campagna elettorale veneta, Salvini dice che di Alberto Stefani, “è così bravo che può fare tutto, anche il premier. È la nostra risposta a Silvia Salis”. La Lega è riluttante ad aiutare l’Ucraina, lo dice Salvini in chiaro. Cosa accadrà dopo domenica, dopo il voto in Veneto? Quante preferenze prenderà Zaia? Per azzopparlo mancava solo che gli bucassero le ruote dell’auto e Salvini gli ha costruito la trappola perfetta: lo ha fatto… Continua su ilfoglio.it



