Il Pd si è sdoppiato. L’unità in Sicilia non esiste. I complicati rapporti fra il segretario regionale Davide Faraone e le altre correnti che si ispirano a Zingaretti – gli ex Ds capeggiati da Cracolici e quelli di Areadem che fanno riferimento a Giuseppe Lupo – sono diventati tesissimi all’indomani dell’affermazione di Nicola Zingaretti alla guida del partito. Oggi i “dem”, o meglio l’ala a sinistra del Pd, sarà a Capaci per chiedere scusa alla città, che domenica è stata privata di un seggio per le Primarie (nonostante il sindaco a guida Pd). Il segretario locale del partito si è addirittura dimesso per protesta. “Andiamo lì a chiedere scusa ai nostri elettori scippati del diritto di voto” ha detto Teresa Piccione, che a dicembre si era ritirata dalla corsa alla segreteria regionale pochi giorni prima dei gazebo. Ci saranno tutti gli eletti all’assemblea nazionale nelle liste di Zingaretti. Sarà un ritrovo dell’altro Pd, quello alternativo a Faraone e non potranno mancare le accuse nei confronti del segretario regionale, che buona parte dei componenti del Pd siciliano non tollera: Noi semplicemente non riconosciamo l’intero percorso che ha portato non alla sua elezione, ma alla sua autoproclamazione” sottolinea Lupo, capogruppo all’Ars. Il dossier finirà sul tavolo di Zingaretti: la creazione di una nuova commissione di garanzia (dove pendono tre ricorsi contro Faraone), a maggioranza non più renziana, potrebbe riaprire la partita della segreteria.