Ore di grande concitazione a bordo della Open Arms, la ong spagnola che da quindici giorni ospita centinaia di migranti in balia del mare. Altri cinque, in gravi condizioni igienico-sanitarie sono stati fatti scendere. Ne rimangono a bordo 134. Si trovano a 150 metri dal molo Favaloro di Lampedusa, ma Matteo Salvini continua a impedire lo sbarco. Nel frattempo, fra i medici, c’è qualcuno che gli offre una sponda. Si tratta di Francesco Cascio, ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, che da circa un anno è responsabile medico del Poliambulatorio di Lampedusa. Proprio Cascio, in una nota all’Ansa, ha smentito la relazione firmata da alcuni colleghi, tra cui Katia Valeria Di Natale, e dello staff Cisom (Il corpo italiano dell’ordine dei Malta): “C’è qualcosa che non funziona – ha dichiarato Francesco Cascio – perché dei 13 naufraghi fatti sbarcare dalla Open Arms per motivi sanitari solo uno aveva una otite, gli altri non avevano alcuna patologia come abbiamo accertato in banchina. Infatti, sono stati tutti condotti nell’hotspot. Eppure dalla relazione dello staff Cisom risulta che a bordo ci sarebbero persone con diverse patologie, tra cui 20 casi di scabbia”. Cascio, a Lampedusa, ha preso da qualche tempo il posto di Bartolo, eletto al Parlamento europeo. Il Cisom, nella sua relazione, aveva parlato di “vede condizioni igienico-sanitarie pessime: spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone. I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri, non c’è possibilità di deambulare, sono presenti solo due bagni chimici e spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano”.