“Con l’esercizio provvisorio in alto mare e la Sicilia a rischio di default finanziario, l’unico pensiero del Presidente Musumeci in queste settimane è stato il rimpastino della Giunta, condizione necessaria per portare a casa l’approvazione della manovra di fine anno. In un grottesco travisamento delle forme politiche e della sostanza democratica, Musumeci inaugura la prima giunta integralmente al maschile, virile rimembranza del ventennio fascista in cui alle donne non era neppure concesso di votare. Sarà il caso che di questa offesa giuridica e culturale si occupi anche il Presidente Mattarella, a meno che l’Autonomia siciliana debba essere intesa anche come extraterritorialità rispetto alla civiltà del diritto e della storia”. Lo ha dichiarato il Presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava.

D’accordo con Fava anche Peppino Lupo, capogruppo del Pd: “Il presidente Musumeci negli ultimi mesi si è concentrato solo sul rimpasto di governo che esclude totalmente la presenza femminile nonostante l’Ars abbia approvato, grazie al Pd, una legge di attuazione dello Statuto che impone, già a partire dalla prossima legislatura, di riservare alle donne un terzo dei posti in giunta. Il gruppo parlamentare del Pd ha già proposto all’Ars un disegno di legge di riforma elettorale che introduce la preferenza di genere già dalle prossime elezioni regionali”.

Mentre il Movimento 5 Stelle, reduce da una polemica interna sulla nomina a capogruppo di Giovanni Di Caro (con le lamentele di Jose Marano), fa notare che “la giunta tutta al maschile rappresenta l’azzeramento di anni di lotte e conquiste delle donne, oltre che una gravissima e macroscopica contraddizione dell’esecutivo regionale, che legifera in un senso ed opera in modo diametralmente opposto”. “È assurdo – ha detto la stessa Marano, intervenendo in aula – che un governo che appena sei mesi fa varava una legge per prevedere un terzo di quote rose in giunta, poi non scelga nemmeno un assessore donna, contribuendo a fare della Sicilia la Regione più maschilista d’Italia. Speriamo – conclude la deputata – che il governo cerchi di rimediare a questo inqualificabile passo falso al più presto, sollecitando, ad esempio, la calendarizzazione del mio disegno di legge, fermo in quinta commissione, sulla parità salariale tra uomo e donna”.

Controcorrente sul tema il deputato regionale della Lega, Vincenzo Figuccia: “Assistiamo in queste ore ad una polemica del tutto sterile e pretestuosa sulla composizione del governo regionale e sulla presenza di donne nel Governo. Ciò che conta non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie. E soprattutto come lo usano per il bene dei siciliani”.