Non è chiaro perché proprio adesso, all’inizio della sua avventura da premier e con mille grane su cui concentrarsi, Giorgia Meloni sia andata a riaprire il cantiere più inconcludente e noioso dell’ultimo mezzo secolo: le riforme costituzionali. Davanti a Palazzo Chigi non ci sono i tumulti né folle scatenate che invocano una Repubblica presidenziale. Tantomeno l’Italia è vittima di quei traumi, tipo una guerra persa o un crollo di regime, da cui si emerge cambiando sistema: per fortuna non c’è traccia di eventi così drammatici. Semmai affoghiamo nella quieta normalità, ci crogioliamo nei guai che da decenni restano tali e, anche se costa ammetterlo, abbiamo imparato a conviverci con desolata rassegnazione. Continua su Huffington Post