Se si rispetta la distanza di un metro, la mascherina non è più necessaria. Gli studenti di tutta Italia possono tirare un sospiro di sollievo. Da oggi si terranno i Consigli docenti, da domani i ragazzi torneranno in aula per i recuperi. Nella scuola primaria, “per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (ad esempio il canto)”. Lo indica il Comitato tecnico scientifico, in una nota. “Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria”. Così si è stabilito.

Alla vigilia della riapertura, inoltre, si è raggiunto un altro importante compromesso: “A bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale, dei mezzi del trasporto ferroviario regionale e degli scuolabus del trasporto scolastico dedicato – si legge in una nota del ministero dei Trasporti – è consentito, in considerazione delle evidenze scientifiche sull’assunto dei tempi di permanenza medi dei passeggeri indicati dai dati disponibili, un coefficiente di riempimento non superiore all’80%, prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti”. La capacità di riempimento potrà essere portata oltre il limite previsto in caso di percorsi brevi, della durata massima di 15 minuti, e nel caso in cui sui mezzi sia garantito un ricambio di aria e un suo filtraggio attraverso idonei strumenti di aereazione che siano preventivamente autorizzati dal Cts.

Ma com’è la situazione in Sicilia? In attesa dei primi arredi scolastici, che dovrebbero arrivare dall’8 settembre, non ha avuto buon esito l’idea di coinvolgere i medici di famiglia nella somministrazione dei test sierologici (volontari) a insegnanti e personale amministrativo. Molti hanno deciso di farlo ma per conto proprio, arrivando a pagare da 20 a 50 euro. Un capitolo a parte meritano le aule: per garantire il distanziamento e rispettare le misure di sicurezza previste, ne mancano all’appello 500. Dopo la Cesi, che ha dato la propria disponibilità e messo a disposizione i locali in comodato d’uso, ci si dovrebbe rivolgere agli istituti paritari. Ma sono necessari i fondi ministeriali. Intanto Musumeci ha semplificato il concetto sul calendario: “Le scuole in Sicilia apriranno il 14 di settembre, ma diamo la facoltà ai responsabili di istituto, se non ci fossero le condizioni, di poter spostare l’apertura al 24 settembre”, ha chiarito ieri sera il presidente della Regione Siciliana, alla trasmissione Quarta Repubblica di Nicola Porro.