Gianfranco Micciché, dopo un silenzio quasi irrituale, mette nel mirino l’accordo Stato-Regione, che rischia di influenzare l’iter della manovra finanziaria e in parte l’ha già fatto: “Il governo regionale – accusa Miccichè – è stato costretto a firmare un accordo che non va bene e che va rivisto assolutamente”. Il piano decennale di rientro dal disavanzo (di 1,7 miliardi) prevede alcuni paletti stringenti, come il taglio dei vitalizi, lo snellimento della struttura amministrativa e l’obbligo di approvare i documenti contabili entro la scadenza dell’esercizio provvisorio, il 28 febbraio. Un punto destinato a saltare, dato che Bilancio e Finanziaria non saranno incardinati a Sala d’Ercole prima del 5 marzo: “Non credo che potremo rispettare i termini che lo Stato ci ha imposto – ha detto Miccichè, partecipando all’inaugurazione dell’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo, a Palermo – anche perché è un’imposizione molto scorretta, sbagliata per quanto mi riguarda”.

Anche il capitolo delle assunzioni preoccupa il massimo inquilino dell’Ars, che da anni sostiene l’esigenza di rinnovamento del personale: “La Regione siciliana non ha più dipendenti, ha un’età media di 59 anni e una struttura con un’età media di 59 anni non potrà mai funzionare”, ha detto. “Non c’è dubbio che è stato fatto un accordo Stato-Regione ricattatorio, con la pistola puntata alla tempia”, ha concluso Micciché.

Armao: approveremo Bilancio senza parifica, si può fare

“E’ possibile approvare il bilancio pluriennale di previsione 2021-23 anche in attesa dell’approvazione definitiva del rendiconto dell’esercizio finanziario precedente. Mentre i rilievi mossi dalla Corte dei Conti sul rendiconto 2019 dovrebbero avere una incidenza limitata sul risultato di amministrazione e, in ogni caso, è stata prevista la copertura di eventuali saldi negativi”. L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha chiarito ieri in Commissione Bilancio i rilievi mossi dall’Ufficio Studi dell’Assemblea regionale siciliana al ddl presentato dal governo Musumeci.

Armao ha basato il suo intervento sulla relazione del ragioniere generale della Regione Siciliana, Ignazio Tozzo. Il documento, infatti, spiega che grazie alla legge 178/2020 è stata introdotta una modifica normativa che “consente di approvare il bilancio pluriennale di previsione anche senza che il rendiconto dell’esercizio precedente sia stato parificato dalla Corte dei Conti. Basta infatti che sia stato approvato dalla giunta regionale”. La norma, dunque, consente di approvare il bilancio di previsione e di apportare le eventuali “variazioni che si dovessero rendere necessarie a seguito dell’approvazione definitiva del rendiconto dopo la decisione di parificazione” con un assestamento di bilancio.

L’assessore Armao ha anche spiegato che è stato previsto per il 2021 un fondo di 100 milioni per far fronte a eventuali coperture del disavanzo che dovesse derivare da quello non recuperato degli anni precedenti, anche se gli elementi in possesso dell’amministrazione fanno ritenere che “la quota prescritta di disavanzo per il 2020 risulti recuperata”. In ogni caso, questo accantonamento “prudenziale” potrà essere utilizzato in occasione dell’assestamento tecnico “che verrà operato nell’esercizio 2021 sulla base del giudizio finale di parifica sul rendiconto 2019”. Proprio sul rendiconto 2019, la relazione rileva inoltre che i 319 milioni oggetto delle irregolarità riscontrate dalla Corte dei Conti dovrebbero avere un impatto neutro sul risultato di amministrazione. In ogni caso, è stata prevista una voce apposita nel bilancio di previsione 2021-23 proprio per la copertura di eventuali saldi negativi.