“Da quando la mafia esiste attinge alla tradizione sicilianista, puntando sul lamento dell’Isola oppressa dal potere italiano, imposto a partire dal Risorgimento. Il testo di Matteo Messina Denaro si inscrive in questa lunga tradizione e, ancora una volta, dimostra che alla mafia non basta l’identità criminale, ma ha bisogno anche di un’identità politica”. Prima di rispondere alle nostre domande, lo storico Salvatore Lupo, raffinato studioso della mafia, è curioso di leggere per intero la lettera di Matteo Messina Denaro alla famiglia, ritrovata nel corso dell’inchiesta che ha portato oggi all’arresto della sorella, Rosalia, pur avendo il sospetto di sapere già dove andrà a parare. Gli invio il testo nel quale Messina Denaro esordisce scrivendo: “Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto lo ritengo un onore. Siamo stati perseguitati come fossimo canaglie. Trattati come se non fossimo della razza umana. Siamo diventati un’etnia da cancellare. Eppure, siamo figli di questa terra di Sicilia, stanchi di essere sopraffatti da uno Stato prima piemontese e poi romano che non riconosciamo”. Continua sull’Huffington Post