Nuova tegola sull’assessore all’Economia, Gaetano Armao. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, infatti, ha bocciato senza appello il decreto che disciplina la spartizione delle somme previste dal Fondo Sicilia, gestite da Irfis, per le imprese editoriali (sia cartacee che digitali, ma anche emittenti televisive e agenzie di stampa) colpite dalla pandemia. Secondo l’Autorità, infatti, l’avviso “appare porsi in conflitto con il principio di libera concorrenza e parità di trattamento e non discriminazione tra operatori economici”.

Tra i criteri stabiliti dall’Irfis, infatti, si specifica che i soggetti ammessi a ricevere l’erogazione “devono avere sede legale e operativa nel territorio della Regione siciliana”. Secondo l’Autorità, però, questo principio “comporta l’esclusione di imprese che, pur avendo sede legale fuori regione, sono comunque operative nel territorio e in grado quindi di “restituire” al tessuto economico regionale i frutti del beneficio ricevuti”. Tra gli esclusi eccellenti di Armao figurano Repubblica e Palermo Today.

In particolare l’Avviso appare “idoneo a limitare indebitamente la platea dei soggetti che possono beneficiarne, in applicazione di criteri discriminatori su base territoriale”. Adesso si chiede alla Regione di rimuovere la violazione entro il termine di sessanta giorni, pena la presentazione di un ricorso da parte dell’autorità stessa. Ma questo significherà rimettere in discussione tutto, a partire dalla graduatoria, stilata in tempi record dall’Irfis, che riguarda l’assegnazione delle somme (per oltre 1,7 milioni di euro) nei confronti delle società editrici dei quattro giornaloni cartacei (bisognerà tenere conto di un quinto incomodo: l’edizione palermitana di Repubblica). Non è escluso che il bando andrà rifatto daccapo, con tutte le conseguenze del caso. La prima è che crolla l’impalcatura con la quale venivano ammessi tutti i cortigiani, i truffaldi e i leccaculisti tanto cari all’assessore e al cerchio magico di Musumeci.