E’ solo l’antipasto, ma la Rcs Sport di Urbano Cairo già si sfrega le mani. I frutti dell’accordo da undici milioni (più iva) con la Regione siciliana cominceranno a vedersi il 12 maggio prossimo, quando la quarta tappa di un Giro d’Italia anomalo – che scatta col prologo di Budapest, in Ungheria – toccherà Monreale. Sarà il comune di origine normanna a ospitare il ritrovo dei corridori, che raggiungeranno Palermo in charter la sera del’11, per poi presentarsi al via a corto di sonno e di energie. La tappa di Monreale, dopo un percorso ondulato, arriva ad Agrigento dopo 136 chilometri. Ce ne vorranno 150 l’indomani, per trasportare la carovana dalla Valle dei Templi all’Etna, dove è posto il traguardo della quinta tappa, il primo in salita della corsa rosa. Infine, da Catania a Villafranca, l’ultima comparsata in Sicilia: 138 km, nessuno strappo e arrivo (probabilmente) in volata. L’accordo fra Regione ed Rcs Sport prevedeva un budget (4 milioni) per l’organizzazione del Giro di Sicilia, che quest’anno è tornato sulle strade dell’Isola dopo un’assenza quarantennale. E il resto per il Giro d’Italia: tre tappe nel 2020 e la partenza nel 2021 (altro che Ungheria), che nella valutazione di Rcs rappresenta il “pezzo forte”. Come se la partenza conferisse un valore aggiunto per corridori e (soprattutto) pubblico. Con una media ponderata su 850 km complessivi (ipotetici), i costi sfiorerebbero le 8.200 euro al chilometro. Cosa chiedere di più? Magari un passaggio ad Ambelia…