I numeri continuano a migliorare, ma non sono del tutto rassicuranti: per la seconda settimana di fila l’incidenza è sotto la soglia di rischio, ed è passata da 47,1 a 40,1 casi per centomila abitanti. La più alta d’Italia, che però non mette a rischio la prospettiva della zona bianca da lunedì 21 luglio. Ieri eravamo la seconda regione, dopo la Lombardia, per numero di ‘nuovi positivi’ (289 casi), ma il problema adesso è nei reparti no-Covid, che non hanno abbastanza posti letto per coprire il fabbisogno.

Da oggi torna alla normalità l’ospedale di Partinico, che mantiene 30 posti Covid. Persistono le criticità altrove: ieri all’Ingrassia di Palermo sei ambulanze sono rimaste per ore nel piazzale in attesa che venisse restituita la barella; c’erano ambulanza ferme alle 9 del mattino anche al Pronto soccorso di Villa Sofia; in sofferenza anche Policlinico e Buccheri La Ferla. La riconversione dei posti letto Covid procede lentamente: a Palermo, nelle ultime settimane, 200 letti tra Civico, Policlinico e Cervello, sono tornati a disposizione della Sanità no-Covid. Musumeci, da assessore ad interim, aveva promesso di liberarne la metà entro giugno, Razza si è spinto oltre, immaginando di chiudere i Covid hospital per il prossimo autunno: “Abbiamo già una bozza per la riconversione azienda per azienda, non possiamo permetterci di bloccare ancora tutto – ha detto l’assessore -. Chiederò un parere al Comitato tecnico-scientifico regionale per la programmazione”.

Nel frattempo proseguono i lavori per creare nuovi reparti di Terapia intensiva e non intaccare, nel caso di nuove ondate, la funzionalità dei reparti tradizionali: “Stiamo lavorando per portare a compimento i lavori in corso per la realizzazione di oltre 500 posti letto di terapia intensiva e la riconfigurazione di 27 pronto soccorso, per evitare la paralisi dei reparti di Medicina e Rianimazione. L’obiettivo è chiudere almeno l’80 per cento dei 40 cantieri già partiti entro l’estate”.