In questo periodo storico particolarmente delicato, si è visto come la moda sia stata veicolo di valori, sia stata mezzo per rafforzare l’economia italiana anche durante il periodo del lockdown, con le esportazioni all’estero, sia stato molto, ma mai nulla di frivolo o secondario.

Oggi ne abbiamo l’ennesima conferma con la scelta di Moncler, un noto brand di lusso guidato da Remo Ruffini, di finanziare il più grande hub vaccinale della Lombardia. La scelta nasce da una presa di coscienza personale, in questo periodo in cui tutta la speranza degli italiani è rivolta verso la campagna vaccinale e questa, invece, viaggia molto lenta in alcune regioni, nonostante le risorse di personale e luoghi da adibire. Secondo quanto spiegato in un comunicato, il gruppo di Remo Ruffini ha sostenuto integralmente i costi di realizzazione di allestimenti e arredi (area accettazione, box per anamnesi e inoculazione, area osservazione post vaccino, postazioni di lavoro del personale sanitario) e contribuirà ai costi per lo svolgimento delle attività di registrazione al percorso vaccinale, svolte da oltre 80 addetti reclutati dal Policlinico di Milano, per un totale di circa 900 mila euro.

Ruffini ha dichiarato: «In questa fase cruciale per il futuro e le speranze di tutti, siamo orgogliosi di poter continuare a sostenere la comunità di Milano, supportando il più grande hub vaccinale della Lombardia. Il Palazzo delle Scintille è un edificio storico per Milano e mi auguro che possa continuare a rappresentare un simbolo di rinascita e ripartenza».

L’hub finanziato da Moncler è stato allestito presso Generali Square Garden, Palazzo delle Scintille, ex Padiglione 3 di Fiera Milano, in piazza VI Febbraio ed è gestito dal Policlinico di Milano. Proprio da ieri, domenica 25 aprile, il centro è entrato in funzione e si prevede che saranno somministrate circa 10mila dosi di vaccino giornaliere, attraverso 72 linee vaccinali, fruibili ogni giorno dalle 8.00 alle 20.00, fine settimana compresi.

Gli altri partner del progetto sono Generali (che ha messo a disposizione la location) e Cisco (dotazioni informatiche) oltre a Fondazione Fiera Milano (ha progettato il layout di funzionamento e coordinato l’allestimento) e Fondazione Comunità di Milano (ha contribuito a completare la configurazione della rete informatica, le aree di accesso e di servizio).

Da domenica, dunque, Milano e la Lombardia hanno potuto contare su un ulteriore aiuto per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Sono tanti, ormai i grandi nomi della moda Made In Italy, come Prada, Gucci, Giorgio Armani, Salvatore Ferragamo, che rispondendo all’appello di Confindustria, si sono schierati in prima linea per dare il proprio contributo alla campagna vaccinale, ma Moncler ha fatto le cose in grande, trasformando l’edificio costruito nel 1923 sotto il progetto di Paolo Vietti Violi nel primo avamposto vaccinale della penisola.