I fedeli vorrebbero tornare nella grotta di Santa Rosalia, e la ricorrenza del 2 giugno sarebbe stata l’occasione ideale. Ma per il momento non se ne parla. Il rettore del santuario di Monte Pellegrino, don Gaetano Ceravolo, ha spiegato che non è possibile: “Non potendo garantire il pieno rispetto delle disposizioni governative, il Santuario di Santa Rosalia rimarrà chiuso fino a quando non ci sarà piena sicurezza”, ha rivelato al Giornale di Sicilia. I fedeli palermitano fremono: il periodo estivo, che li separa dalle celebrazioni del 4 settembre, è quello in cui affollano il piazzale del santuario e visitano il rifugio della patrona di Palermo, portando fiori, ceri ed ex voto.

Con il protocollo siglato dalla Conferenza episcopale italiana e dal governo nazionale, è stato dato il via libera alla celebrazione delle messe, ma nel rispetto di una serie di norme di sicurezza , che al momento però non possono trovare applicazione all’interno del santuario, perché il flusso di gente è continuo e ci vorrebbe un esercito per far rispettare il distanziamento sociale o imporre l’igienizzazione delle mani o l’uso della mascherina: “Per riaprire in sicurezza il Santuario, bisognerebbe controllare tutti gli spazi sia esterni che interni – spiega don Gaetano – Abbiamo stimato la necessità di una presenza stabile e continua di almeno 8 persone che, secondo le regole, garantiscano ingresso contingentato, con limitazioni di presenza per imposizioni di legge, rilevamento della temperatura corporea, presenza di dispenser con disinfettante per le mani, uso stabile e continuo della mascherina, rispetto dei percorsi indicati, sorveglianza stabile in tutti gli ambienti esterni e interni per garantire il rispetto del distanziamento di un metro, pulizia frequente e disinfezione di tutti gli ambienti esterni e dei servizi igienici almeno tre volte al giorno, come per i campeggi, pulizia frequente e disinfezione di tutti gli ambienti interni comprese le pareti, suppellettili o attrezzature (cancellate, panche, transenne, statue) probabilmente toccate dai fedeli e visitatori”.

Le forze in campo non bastano: “Abbiamo un dipendente con la possibilità di svolgere le suddette mansioni, 3 o 4 volontari la domenica dalle 10 alle 18,30, due volontari nei giorni feriali per circa tre ore. Praticamente, poiché le regole da dover rispettare sono di difficile applicazione, non è possibile la riapertura del Santuario”. Santa Rosalia, che liberò Palermo dalla peste nel 1624, resta un’icona di devozione per la città intera e rinunciarvi costa un grande sacrificio.