Un’ora di discussione e tutti a casa. Questa Finanziaria non s’ha da fare. Dopo aver accantonato i primi due articoli della Legge di Stabilità, e aver riscontrato delle anomalie anche nel terzo, il presidente Gianfranco Micciché ha allargato le braccia e rinviato tutto a domani. “Ho cercato di arrampicarmi sugli specchi – ha ammesso, rivolgendosi al governo – ma non so più cosa fare…”. L’avvio dei lavori è stato segnato da molte perplessità. In primis, la mancata notifica all’aula dell’impugnativa del Consiglio dei Ministri sulle variazioni di bilancio approvate lo scorso dicembre: “Lo abbiamo appreso dalla stampa – ha detto Cracolici (Pd) – Ma questa impugnativa incide profondamente sul percorso di approvazione della manovra. Chiedo la presidenza di informare l’aula sulla sua natura e sugli effetti che potrebbe comportare”.

L’assessore Armao aveva provato a glissare: “E’ un tema importante, ma non capitale. L’impugnativa è arrivata via posta, e solo dopo che la commissione Bilancio aveva concluso i lavori. In ogni caso la sua natura è formale e non sostanziale. Abbiamo aperto un’interlocuzione col ministro degli Affari regionali, col capo del dipartimento e col Ministero dell’Economia. Per me possiamo andare avanti”. Una decisione confermata dagli uffici, che hanno convinto Micciché a proseguire. Ma la discussione – dopo aver accantonato l’art.1 che riguarda il monitoraggio della spesa corrente, e l’art.2, ad esso collegato – si è incagliato sull’articolo 3, “Riduzione spese e maggiori entrate per il patrimonio regionale”. Nuccio Di Paola, del Movimento 5 Stelle, ha obiettato: “Come facciamo a ipotizzare un taglio se non conosciamo il valore dei fitti passivi?”. Sipario.

“È brutto dire avevamo ragione, ma lo diciamo da settimane, i conti della finanziaria sono sballati. Altro che aiuti a imprenditori e partita iva, ora sono a rischio tutte le spese della Regione”. Lo affermano il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro e i componenti 5 stelle della commissione Bilancio Luigi Sunseri e Nuccio Di Paola. “Al primo scoglio – dicono i tre deputati – la manovra si è arenata: già l’articolo 3, senza avere nemmeno trattato i primi due, per una manciata di euro si è rivelato un ostacolo insormontabile. E non ci voleva avere la palla di vetro per prevederlo, il governo, e Armao in primis, se ne assumano ora le responsabilità davanti ai siciliani”. “Finché il governo non ci relazionerà sull’impugnativa delle variazioni di bilancio – concludono – non ci sono le condizioni per andare avanti. Vogliamo avere contezza che quanto denunciamo da tempo inascoltati non avrà ripercussione su conti della Regione”.

“L’ennesima falsa partenza per una finanziaria regionale senza fondamenta, che mostra ancora una volta come il governo, proceda improvvisando, ostinandosi, per altro, a non dare spiegazioni sul rendiconto 2019, sull’impugnativa dello Stato e sull’articolo 3 del ddl di stabilità. Aspetti non formali ma sostanziali a cui il governo deve rispondere per evitare ulteriori impugnative che paralizzerebbero la Regione”. Lo dice Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars. “Su questi temi abbiamo chiesto in Aula chiarimenti che il governo non ha dato costringendo il presidente dell’Ars a sospendere la seduta. Ci auguriamo che il presidente Musumeci, che non era presente ai lavori d’aula, si renda conto che i giorni passano ed in assenza di efficaci interventi legislativi, la Sicilia sprofonda nella crisi economica”.