Alessandro De Angelis per HuffPost

L’Abruzzo non è la Sardegna
Meloni batte il campo largo

Lì dove tutto ebbe inizio cinque anni fa, annunciando l’onda che sarebbe arrivata a livello nazionale. Lì, stavolta, le urne abruzzesi annullano l’effetto Sardegna. Non sarà un nuovo inizio, così come il risultato opposto non avrebbe fatto cadere il governo. E forse bisognerebbe ri-abituarsi tutti a non considerare ogni appuntamento elettorale come una partita della vita, sempre e comunque, in attesa del prossimo Ohio: tutto è importante e ha un valore politico, ma contano anche le variabili locali indipendenti dal quadro nazionale. Però questo risultato, pur non essendo una partita della vita, è destinato a ricambiare radicalmente il clima nazionale, in senso opposto rispetto alla Sardegna. Continua su Huffington Post

Conte dopo la Sardegna detta
le condizioni per il campo giusto

L’indicazione ce la dà il siparietto serale con Bruno Vespa. Quando il principale candidato a condurlo, maliziosamente, chiede a Giuseppe Conte se si sente un po’ escluso dal duello Meloni-Schlein, la risposta – a malizia, malizia e mezza – vale un programma: “Vorrà dire – afferma serafico l’ospite – che se quel duello lo vince Elly Schlein, la partita è chiusa, se invece lo vince Giorgia Meloni se la vedrà con me…”. E qui il cronista, malizioso pure lui, può aggiungere diversi sottotesti a suo piacimento: da un “già mi frego le mani” a “le farò vedere i sorci verdi” a un “dopo l’avversaria di comodo arriva l’avversario vero”. E se si passa dal sottotesto alla traccia di quel che ha in mente si comprende che il campo giusto di..

Meloni ha perso la Sardegna
Primo colpo per Elly Schlein

L’entità della sconfitta per Giorgia Meloni è in un dato, che certifica il fallimento della sua operazione politica, sia pur nell’ambito di un risultato sul filo, solo grazie al Terzo Polo di Renato Soru, altrimenti non ci sarebbe proprio stata partita. Quello di Paolo Truzzu, il candidato scelto col criterio della fedeltà più che per meriti, confidando, con un certo spirito di onnipotenza, nella propria forza di trascinamento plebiscitario. Il sindaco di Cagliari che perde proprio nella sua città di 13 punti e registra, su scala regionale, un consenso inferiore a quello delle liste che lo sostengono: sono le cifre di un profondo rigetto di una candidatura calata dall’alto e vissuta come estranea alla realtà sarda, in una regione per antonomasia gelosa della sua autonomia al punto che, per vincere,..

Vergogna a Pisa. Il Mattarellum contro il Manganellum

Entrano come un bisturi nel cuore del problema, anzi dei tanti problemi sollevati dalle manganellate a Pisa contro gli studenti, queste parole di Sergio Mattarella che svegliano dal sonno prefettizio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi richiamandolo, assieme al governo, alle sue responsabilità. E non ci sarebbe stato bisogno, in un paese normale, del capo dello Stato per constatare che a Pisa qualcosa non ha funzionato e che sarebbe necessario spiegare il che cosa. Perché la ferita, sottolineata dall’onda emotiva che ha riempito piazza dei Cavalieri e scosso il paese, è aperta: studenti accerchiati e pestati, neanche fossero degli eversori, nell’ambito di una manifestazione con non più di cento persone pacifiche e a viso scoperto. Entrano come un bisturi nel cuore del problema, anzi dei tanti problemi sollevati dalle manganellate a..

Elezioni. Nel Pd si sbatte Elly, gli altri fermi sulle poltrone

Fuori ha una sua vitalità Elly Schlein, forse l’unica del suo partito che sta facendo campagna elettorale sul serio. Pare una trottola tra i borghi sperduti dell’Abruzzo e la Sardegna profonda, Mosciano e Oristano, Guardiagrele e Ghilarza. E l’agenda registra tre tour, ognuno con sette appuntamenti da una parte, e quattro, in due settimane, nell’Isola che va al voto domenica. Massì, diciamocelo, almeno è più viva di quel caciccato (da cacicchi, definizione non del tutto amichevole data da Massimo D’Alema ai sindaci) che l’attende con le scartoffie in mano per chiedere il terzo mandato dopo un bel Cencelli sulle liste, specialità della casa. Magari lo fa per necessità, perché Elly Schlein ha capito che queste urne pesano eccome. Per Giorgia Meloni, che misurerà il suo momento Caligola (l’imperatore che nominò..

Salvini gira a vuoto attorno a se stesso. Evaporando

Sembra la postura dell’uomo forte, che ancora conta e incide qualcosa, amplificata dai titoloni guadagnati con lo spartito della disumanità. O almeno è questo quel che vuole trasmettere Matteo Salvini col suo messaggio cattivo all’Italia cattivista, sperando che voti e che lo voti. E poco importa che Ilaria Salis non prese d’assalto i gazebo della Lega: “Non può insegnare”, che poi non c’entra niente, ma va bene così, nel tentativo di scavalcare a destra non solo Giorgia Meloni ma financo Victor Orbán. E si potrebbe scrivere un trattato, ma non è neanche una notizia, su questa storia per cui si chiede riservatezza e garantismo per le inchieste domestiche mentre valgono il guinzaglio e chiave buttata per gli attivisti dei centri sociali. Sembra, dicevamo, perché in verità Salvini è un prigioniero,..

La via dell’Africa è giusta,
il problema è percorrerla

Brutalizzando la sintesi: il famoso piano (Mattei) non c’è ancora, come non c’è stato finora nonostante i ripetuti annunci, se per piano s’intende un elenco di progetti concreti, accordi siglati, cronoprogrammi, stanziamenti. Però la cornice politica assunta è quella giusta: l’idea cioè che il futuro dell’Europa, come opportunità, si gioca in Africa, a maggior ragione nella fase storica segnata dalla guerra in Medioriente e dall’offensiva di Vladimir Putin, che ne ha fatto il secondo fronte della sua guerra asimmetrica. E l’idea che l’Italia possa e voglia esercitare, in Europa e come cerniera mediterranea, un ruolo, per collocazione e vocazione. Continua su Huffington Post

Il ringalluzzito Conte si gusta
l’oggi e si pregusta il domani

Anche se silenzi l’audio, lo capisci dal linguaggio del corpo, dalla mimica anche un po’ piaciona e compiaciuta di chi sta giocando come il famoso gatto col famoso topo. Se ascolti poi questa conferenza stampa di Giuseppe Conte, capisci anche quanto il gatto sia particolarmente ringalluzzito. Lasciamo stare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Analisi tecnica: il Pd lo rincorre sull’Ucraina, ma su quel terreno non intacca il suo monopolio del pacifismo senza se e senza ma contro “ogni carneficina”, Medio Oriente compreso, olé; su Matteo Renzi e Carlo Calenda, i “soldi” dell’uno e il “turbocapitalismo” dell’altro, le parole sono grillismo puro, olé; sulla questione morale, politica compromessa, lobby, aria da ruberie, “clima da restaurazione”, evoca le “monetine”, olé. E soprattutto sulla “truffa” delle candidature di Giorgia..

Schlein alle europee? La febbre elettorale rianima il Pd

Mica male questo tormentone della candidatura di Elly Schlein alle Europee, classica storia di un mondo capovolto. Capovolto come il fatto che un leader dell’opposizione, già in discussione di suo, non si impone come “sfidante” per forza propria, ma sia scelto nel ruolo dalla presidente del Consiglio. Perché, da che mondo è mondo, uno non si sceglie un competitor che lo impensierisce. Se lo trova e basta. Capovolto come la reazione di fronte all’invito, perché la sfidante prescelta avrebbe potuto, da subito, risfidare, in un senso o nell’altro. Dando comunque un segno di vitalità. Ipotesi A: denunciare, con postura sicura e voce vibrante, la “finzione” di un premier che trasforma le Europee in un sondaggio nazionale (sempre meglio che governare) rivendicando l’alterità di chi rifiuta l’andazzo. E l’impegno a candidare..

Sergio Mattarella: un inno laico
contro la guerra e la violenza

La pace è l’assillo di Sergio Mattarella, con una guerra nel cuore dell’Europa e una nel vicino Medio Oriente che generano un “odio destinato a durare oltre la fine del conflitto”. Che non vuol dire generica deposizione delle armi, “neutralità” o “indifferenza”, rimuovendo ragioni, torti e anche reazioni sproporzionate rese plastiche dai profughi di Gaza. La pace chiama in causa il “realismo”, le responsabilità degli Stati, la loro capacità di respingere la logica di “competizione permanente” e di costruire una “società fondata sul rispetto delle persone” e sul rifiuto della “violenza” nel “sentimento delle nuove generazioni, nei gesti della vita di ogni giorno, nel linguaggio che si adopera”. Continua su Huffington Post

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