Carmelo Caruso per Il Foglio

Compare Angelucci. La Lega processa l’editore del Giornale

Ecco come si spegne un mestiere, si mortifica una storia: ecco come un giornale, il Giornale, non può fare il giornale. Titolano in prima pagina con una notizia, con il capogruppo della Lega, Molinari, che dice “Trump ci farà male e daranno la colpa noi”, ma la confidenza passa come una manovra a favore di Meloni, a scapito di Salvini, tanto da far dire ai leghisti: “Perché ci hanno aperto il quotidiano? Angelucci non è nostro?”. Da due giorni, sul Giornale, vengono pubblicate abiure della Lega senza neppure la malizia: “Cari leghisti, siamo matti noi o poco liberi voi?”. L’editore del Giornale, al settanta per cento, è Antonio Angelucci, deputato della Lega, e possiede anche Libero e Tempo. L’ultimo leghista che lo ha visto, in Aula, ricorda: “Cercava il convegno..

Tra Trump e Meloni c’è Mattarella che vorrebbe sapere

Scriverebbe Fazzolari: piovono bimbiminkia. Giorgia Meloni si sta mordendo la lingua. E’ incollerita con Andrea Stroppa, l’amico alla seconda di Musk, il nerd che fa carotaggi sui ministri, insegue direttori, sputa bile contro FdI, sul ddl Spazio. C’è tutta Meloni, la migliore, quella che sa dosare ironia e veleno, in questa sua frase: “Abbiamo un nuovo grande personaggio”. Ieri sciopero dei magistrati, due vertici di governo, l’incontro con Meta, oggi è previsto il Cdm sul caro energia. Si aggiunge il Quirinale. Anche Mattarella, perché la notizia è che non la conosce e gli piacerebbe tanto, ma tanto, apprenderla, vorrebbe sapere quale sia il piano del governo su dazi, Trump, Ue. Il piano di Meloni è semplice. Vuole che l’Europa la scelga e le dica: con Trump, per noi, tratti tu...

“Il governo Meloni? Come i Jalisse, passerà”, dice Renzi

Matteo Renzi, oggi comincia Sanremo, quale canzone vuole dedicare a Meloni? “Fiumi di parole dei Jalisse. Meloni è come i Jalisse. Ha vinto una volta, ma non vincerà mai più”. Dice Meloni che “bonificherà” i servizi segreti e FdI pensa che apparati dello stato rispondono ancora a lei. Renzi, lei controlla i servizi? “Se provano a dirlo li svergogno. E’ un’infamia. Hanno scambiato le istituzioni per tribù libiche, preso possesso manu militari delle istituzioni”. Hanno, chi? “Meloni e il suo braccio destro, Alfredo Mantovano. L’unica bonifica che serve è la bonifica di Meloni da Meloni, dai suoi fantasmi”. Renzi, perché da giorni continua a dire che l’Italia è “un paese delle banane”, e oggi che l’Italia è come la Libia? Altre metafore? “Posso dire che il sottosegretario Delmastro pensa che..

L’avviso a Meloni come una festa. Mancano solo i popcorn

Ha tolto a Salvini il centrodestra, i migranti, il Viminale e ora anche la maglia da indagato, wanted. Meloni sogna altri 40 avvisi di garanzia e li moltiplica per cento, li mangia come Popeye, Braccio di Ferro, mangia lo spinacio. Gianni Cuperlo: “Le hanno fatto un dono”. Il ministro di FdI, Ciriani: “Un vantaggio? Non lo posso dire, ma pensare”. Clemente Mastella: “Anche i non meloniani diventeranno meloniani”. Edoardo Rixi, viceministro della Lega: “Una lettera di San Valentino con anticipo. E’ un’indagine assurda”. La Procura di Roma ha inventato il Peculatellum, l’indagine per peculato come premio di maggioranza: trenta per cento di consensi più dieci di solidarietà, degli italiani, a Meloni. Indagata insieme a Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, e Alfredo Mantovano, il suo Poldo, il miglior amico di Braccio di..

Il brigadiere Salvini cerca appigli per difendere i suoi treni

Salvini è er catena: prima era il chiodo sabotatore, ora è colpa della catena di Valdarno. Si presenta alla Camera, a una settimana dai grandi guasti, dai treni fermi, e sragiona di lucchetti, ferramenta e pantografi. Parla come il brigadier Salvini: “Il 28 novembre, nella sede di Italferr, alcuni soggetti si sono indebitamente introdotti provocando un incendio… e in data 3 dicembre su alcuni blog, gestiti da frange anarco-insurrezionaliste, è stato rivendicato l’attacco incendiario… Da lì in poi abbiamo assistito a una escalation”. Dice che dopo le sue denunce i problemi sono finiti e non si sa se sia già volato su Marte insieme a Trump e Musk. Riesce a far brillare Elly Schlein che gli spiega: “Quand’è che si scusa? Guardi che non fa più il ministro dell’Interno, non..

La cybersicurezza a un intramontabile prefetto felliniano

Bruno Frattasi scriverebbe del direttore Frattasi: un uomo perfetto nel secolo sbagliato. Per battere l’hackeraggio, gli spioni, il governo ha scelto un prefetto del Novecento. Colto, raffinato, un flâneur del “naufragar mi è dolce”. Dal marzo 2023 dirige l’Agenzia nazionale della cybersicurezza (Acn) ma guiderebbe magnificamente il gabinetto Vieusseux, la sala di lettura, a Firenze, di Manzoni e Gide. Ama l’inchiostro, le stilografiche, le buone letture, ascolta la musica classica, Haydn, Bach, Chopin. E’ melomane, cinefilo, tifoso del Napoli, autore del libro, su Federico Fellini, “Amarcord, 50 anni dopo. Mémoire di uno spettatore informato (e altri vagheggiamenti” (Rubettino). 68 anni, ex prefetto di Roma, Latina. Ha sciolto il comune di Fondi. Un fratello dirigente del Pci, scomparso, uno stipendio secretato, come quello della sua vicedirettrice, Nunzia Ciardi. L’Agenzia modellata, e..

Resa dei conti in Campania tra De Luca e la Schlein

No, non è più folclore: è selvaggiume. E’ in Campania che Schlein deve urlare “cessate il fuoco, la lingua. Pace!”. Domenica, a Benevento, Vincenzo De Luca, ha definito Stefano Graziano, capogruppo Pd in Vigilanza Rai, “un imbecille”; “uno che per pietà ho nominato consulente a 3.600 euro al mese. Cazzo, guadagnava più di me”. Sandro Ruotolo è invece “un cafone”, “una nullità politica”. Il Pd, e lo dice il Pd, può perdere in Liguria, e la novità è che pure in Umbria crede di non farcela. La Campania sta macchiando un partito, compromette la sua rimonta, la segretaria. Un partito d’opposizione, il Pd, deve fare opposizione (a Meloni), ma un partito d’opposizione deve spiegare come sia possibile che De Luca, governatore più votato del Pd, salga sul palco, del Foglio,..

Dopo le api i tarli. Salvate Lollo e la sua arca di Noe

La Natura è matrigna, ma Lollo combatte. L’eroe dell’Agricoltura, Konrad Lorenz Lollo, sta superando l’ultima delle prove: la rivolta del tarlo. Un ripasso delle sue fatiche. Aveva l’alveare sopra il tetto del ministero, ma le vespe, cattive e schleiniane, le hanno sterminate. I cinghiali hanno poi scatenato la peste suina (e siamo a due). Il granchio blu si divorava le vongole (e tre) e infine, ecco il coleottero divoratore. La storia la svelano solo ora i dipendenti del Crea che hanno la fortuna di lavorare nella sede incanto di Via della Navicella. Il Crea è l’eccellenza del Masaf, e il ministro, appena arrivato, lo ha commissariato per avere uomini di fiducia. La sede è vincolata dalla sovrintendenza ed è stata acquistata dallo stato dopo anni di affitto altrove. Mai acquisto..

I treni la sua condanna. Salvini “al chiodo” per gli scioperi

Ministro Salvini, legga questa relazione e la metta al “chiodo”. E’ dell’Art, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, organo indipendente, ed è ben più dura della richiesta di condanna dei pm di Palermo. Qui non vale la difesa, “mi perseguitano”, e nessun italiano metterà una firma a suo favore. E’ più dura perché boccia due anni di gestione Salvini, al ministero dei Trasporti, due anni che hanno visto aumentare la durata delle interruzioni ferroviarie da 17.913 ore del 2022 a 22.904 ore nel 2023. Oggi e domani ci sarà un nuovo sciopero del personale di Fs e il governatore lombardo della Lega, il galantuomo Attilio Fontana, le telefona perché è spazientito dai ritardi di RfI, la società di Ferrovie che gestisce la rete. L’unico “chiodo” fisso dovrebbe essere il binario, l’unico..

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