Carmelo Caruso per Il Foglio

“Volti nuovi”. Come gira a Mediaset la ruota della politica

Forza Italia vive giorni surreali: il partito fondato dal “Caimano” si ritrova improvvisamente a difendere Repubblica, il quotidiano della sinistra in agitazione per la possibile vendita al greco Kyriakou. Barachini convoca i vertici, La Russa rassicura, la redazione chiede italianità alla Meloni. E Pier Silvio Berlusconi dice persino che gli dispiacerebbe vedere Repubblica in mani straniere. La scena è questa: il giornale di Scalfari accarezzato da chi per decenni ne è stato il nemico. Intanto, negli stessi istanti, Pier Silvio prova a rimescolare anche Forza Italia. Tra Cologno e Mediaset predica “facce nuove”, bacchetta Tajani, valuta governatori, manager, direttori, fa scouting come fosse un palinsesto. Il partito vive come in zona sismica. Sorprese in vista. Roma. Il modello di Pier Silvio Berlusconi è semplice: metterebbe Gerry Scotti al posto di..

Mediasetpolitik. Si parte alti e si finisce nel retequattrismo

Forza Italia si tenga Tony Tajani: con la cura di Pier Silvio Berlusconi rischia di crollare al 2.8 per cento. Vi raccontiamo il nuovo esperimento informativo Mediaset. E’ Realpolitik di Tommaso Labate, ed è una prova ulteriore di come si manda a sbattere un talento, per cucinare, alla fine, i soliti straccetti di retequattrismo: carne da cannone, sorrisi finti e cronacaccia. Per inseguire La7 di Urbano Cairo, per riverniciarsi ancora e spiegare al mondo (in Germania) che Mediaset è una televisione aperta (a sinistra), viene reclutata una firma politica come Labate. E’ un volto nuovo, brillante, scrive sul Corriere della Sera, ed è perfetto per la prima serata. E’ così talentuoso che Mediaset gli propone di tutto. Vuoi l’assunzione? Ti assumiamo? Vuoi la tua squadra? Te la diamo. A Mediaset..

Casa Meloni. I fastidiosi scarabocchi di Salvini e La Russa

E sarebbero questi gli alleati di Meloni, gli amici che dovrebbero aiutarla? Si è assemblato un tandem di adorabili straparlanti su Ucraina e legge elettorale. Sono Matteo Salvini e Ignazio La Russa. Non vogliono far cadere il governo ma riempire i giornali, usare la provocazione come petardo di Natale. Ecco cosa dice La Russa, in visita alla Camera, sulla legge elettorale: “Sui tempi di approvazione della legge, il Capo dello stato non può intervenire. È una prerogativa del Parlamento, semmai può intervenire sulla costituzionalità delle norme contenute nella legge”. L’altro è Salvini. Quando minaccia di non votare il decreto Ucraina, sulle armi, lo fa soltanto per distrarre. In Cdm è stato approvato il ddl delega sull’edilizia, il ddl di Salvini, ma Salvini è in realtà scontento. È “irritato”, “offeso” con..

Meloni teme la palude di un Salvini già fuori controllo

Voi vi fidereste di Salvini? Meloni non si fida e ha le prove. Schlein la sfida: “Pronta a confrontarmi con lei ad Atreju”. Meloni si protegge. Ha chiesto di calendarizzare il premierato a gennaio e vuole modificare la legge elettorale per evitare la “palude”. Si dice in FdI: “Con la Lega tutto è inverosimile ma nulla è impossibile. Anche un altro governo Draghi”. Salvini prima ha sabotato l’accordo Meloni-Schlein (sul libero consenso) poi ha spiegato che il testo è scritto male. Sapete chi ha seguito il testo? Il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Ostellari. Meloni comincia a temere il pareggio elettorale e con il pareggio Salvini può “tradire”. È vero che per la destra adesso la legge sul consenso è scritta male, una “boldrinata”, ma è il testo che ha..

Scontro fra FdI e Mattarella
Colle furioso: nessuna trama

Regalateli più garofani. Il giardino di Meloni ha le spine. Si comincia a temere davvero l’esito del referendum sulla giustizia. Sboccia il caso Francesco Saverio Garofani, ex deputato del Pd, consigliere di Mattarella, che siede nel Consiglio di difesa. La Verità lo sente parlare a tavola di “provvidenziale scossone” per fermare Meloni. Il capogruppo di FdI, Bignami, chiede la smentita di Garofani, il Quirinale registra “stupore per le dichiarazioni del partito di maggioranza relativa”. Sberle. Interviene Fazzolari. Dalle parti del Quirinale dicono che Garofani non si deve scusare di nulla e si attende la telefonata di Meloni (fino a quando si scrive si attende) che è inimmaginabile pensare Mattarella “tramare” contro il governo. È un vaso, ma di fraintendimenti. L’intesa M–M, Meloni, Mattarella + Crosetto (se oggi si votasse per..

Gratteri e il falso su Falcone
Lollo: “Se indaga come cita…”

Se questa è giustizia. Parla il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Nicola Gratteri che cita un Giovanni Falcone inesistente? “La prima cosa che deve fare un magistrato è verificare la notizia di reato ma se un magistrato non verifica neppure l’intervista che cita, peggio mi sento”. L’intervista che non c’era, l’intervista patacca? Dice Lollobrigida: “Mi chiedo con quale criterio Gratteri abbia condotto le sue indagini che hanno portato ad arresti non poca gente. Con quale criterio Gratteri ha indagato?”. Le inchieste giudiziarie di Gratteri? “Sono state inchieste sensazionali che hanno riempito le pagine dei giornali e i tg”. Gratteri ha detto al Foglio di aver ricevuto l’intervista patacca da persone autorevoli e il ministro risponde: “Mi sbalordisce che un magistrato come Gratteri che ha avuto, e che ha, ruoli di responsabilità..

Repubblica in vendita. Ed Elly teme per le sorti del Pd

Hanno “una certa idea dell’Italia”, ma non sapranno a chi raccontarla. Prima di perdere la libertà di stampa, rischiano di perdere Repubblica. Elly Schlein teme la dismissione dei quotidiani del gruppo Gedi e sta parlando di “una cessione pericolosissima”, che può “indebolire la sinistra”, una vendita che va evitata coinvolgendo, e convincendo, capitani coraggiosi, imprenditori o banchieri illuminati. I nomi sono due: Carlo Feltrinelli e l’imprenditore Brunello Cucinelli. La segretaria lamenta che “i Tg Rai impaginano ormai l’Italia di Meloni”, che manca “un editore che sostenga la sinistra”, un editore che “possa raccontare il nostro programma”, far sentire liberi i giornalisti. Viene data per certa, a fine anno, la vendita dei quotidiani del Gruppo Gedi (Repubblica e La Stampa) all’editore greco Kyriakos Kyriakou, armatore e amico personale del primo ministro,..

A chi la ricostruzione di Gaza?
Tajani prenota pale e picconi

Anche Tajani si è ingazato. E’ Tony da campo, e si allarga. Dopo i moderati si “prende” la ricostruzione di Gaza. Informa sul piano di pace Trump, ma ai banchi del governo ci sono solo ministri di Forza Italia. La Lega è assente. Il portavoce di FI, Raffaele Nevi, il Leonardo di “Salvini paraculetto”, suggerisce: “Forse dormono ancora”. L’ex ministro per gli Affari Europei, Enzo Amendola, in Aula, lo definisce “un Tajani Pride”. E’ la 69esima volta che Tajani riferisce alle Camere e la prossima settimana torna a indossare la felpa alla Bertolaso, pronto ad accogliere un altro charter di palestinesi. Si è buttato sulla sanità. Promette ospedali da campo, tende. E’ stato il Foglio a scrivere dei consigli di Marco Minniti a Meloni, e Tajani, il giorno dopo, ha..

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