Carmelo Caruso per Il Foglio

Vannacci chi? Il generale ignorato dalla Lega e da Salvini

La sua prossima opera non può che chiamarla “L’incompreso”. Il talento Vannacci si è smarrito. Salvini lo lascia spurgare in televisione, ma non vuole la Lega con gli stivali. Ne prepara già un’altra: intende buttarsi sui diritti civili. Stiamo dunque per perdere il Barella con le stellette, il fantasista del pensiero sballato. Il genio si allena da solo mentre il nord attende la sua giocata. I leghisti: “Ufficialmente non ha deciso quale seggio scegliere tra est e ovest”. Salvini e Zaia festeggiano oggi, a Montecchio, l’autonomia, ma Vannacci non va in trasferta. In Veneto informano: “Non ci sarà. Che viene a fare?”. A furia di recitare la parte dell’irregolare è il generale anima persa, il senza patria. Il campione ha un problema. Per cominciare. L’uomo Vannacci non si relaziona con..

Elly jet. Vanno in Europa ma sognano già di tornare a Roma

Elly Schlein, brava, bravissima: è la speranza. La sua campagna comunicativa? Eccezionale. Il risultato alle europee la incorona. Il Pd “sta arrivando”. Tutto vero. Può bastare? Ora, il dopo sbornia, l’after Schlein. Alla Camera con rissa (pugni e papagni dei leghisti ai grillini) Piero De Luca, il riformista del Pd, dice che le europee sono state un successo, “riformista”. A Firenze, gli amici di Dario Nardella rilanciano: “Un successo, di Nardella”. A Pesaro, i marchigiani: “Un successo, del nostro bravo sindaco Ricci”. A Bologna, i bonacciniani: “E i voti di Stefano dove li mettiamo?”. Dunque, a Bruxelles chi fa il capodelegazione del Pd? Bonaccini? Il bonacciniano: “Ah, ma lui prima o poi deve tornare in Italia”. Sarà Decaro, lo Zelensky di Bari? Il decariano: “Ci serve in Puglia, presto. La..

Lega. La “maledetta primavera” di Salvini e Vannacci

O prende un milione di voti o prende un milione di pernacchie. Non lo vota Roberto Calderoli, non lo votano i ministri della Lega, non lo votano i governatori della Lega. Chi vota Vannacci? A piazza Sant’Apostoli, a Roma, per la chiusura della campagna elettorale della Lega, neppure Claudio Durigon riesce a dire: “Voto Vannacci. Ragazzi, lo sapete, il voto è segreto”. Ci sono più giornalisti che bandiere, più deputati che leghisti. Per fortuna è presente la showgirl Sylvie Lubamba, almeno lei, lo vota: “Voto il generale perché sa usare la grammatica, ha un buon lessico”. Quando il generale Vannacci, lo stivalone, comincia a parlare, a rivolgersi ai “giovani coraggiosi come voi”, sul maxischermo appare, inquadrata, una nonnina a cui sarebbe opera pia portare un ghiacciolo. Per il meteo ci..

Europa. Dopo Ursula c’è solo lui: Antonio von Tajani

A Ursula vuole bene solo lui, Antonio von Tajani. Se non ci fosse stato il ministro gentiluomo, von der Leyen tornava a casa senza un pacchero, a digiuno. Il leader di Forza Italia l’ha invitata a pranzo al Circolo degli esteri, le ha offerto gamberetti e melone. Poi, via. La presidente della Commissione europea che ci ha dato il Pnrr? In Italia viene già trattata da befana. Peggio del marziano di Ennio Flaiano. Von der Leyen? Licia Ronzulli l’ha definita “un cavallo zoppo”, Meloni l’ha tenuta a distanza. Tajani ha ora l’ansia da europrestazione: “Puntiamo al dieci per cento, a essere centrali. Alle prossime politiche possiamo arrivare al venti”. Salvini è però tornato assatanato, firma copie di libri più di Sangiuliano, Giorgetti fa il falco, come la buonanima di Wolfgang..

Lobby, attori e paraguro: tutti con Giorgia e il premierato

Roma. Alfredo Mantovano, dirige la maestra Casellati, canta la premier, detta Giorgia”. Meloni si è inventata il premierato alla meringa, la riforma spumata con il gelato al cioccolato di Pupo (“mi piace il premier forte, fortissimo”) una balera del diritto con Angelino Alfano, Luciano Violante, Amedeo Minghi, Michele Placido, Massimo Giletti, il nuotatore Magnini, la coppia Giampaolo e Tony Angelucci, i Giornalos, anche loro ospiti alla Camera, Sala della Regina, per l’evento la “Costituzione di tutti. Dialogo sul premierato”. Meloni ha parlato alla fine e ha detto che la Costituzione non è un “Moloch intangibile”, che per lei “questa riforma è un rischio ma darà stabilità”, che proverà a dialogare, ma se gli altri dicono “la fermeremo con i nostri corpi, signori, io che posso fare?”. Aveva i capelli alla..

Il generale Salvini ha deciso:
Vannacci candidato, Lega spaccata

Milano. Il generale Vannacci, è ufficiale, si candida con la Lega, Salvini per il Nobel alla letteratura: il romanzo è “Resurrezione”. Dopo lungo corteggiamento ce l’ha fatta. Sogna già presentazioni di libri, a due, con il militare stivalone, impone la sua corsa in tutte le circoscrizioni, promette sanatorie (“l’idea la porto in Cdm”) per verandine abusive, bagnetto abusivo, scantinatello abusivo. A Milano, 25 aprile, si è vestito da “antifa”, dichiarato che “il governo è antifascista”, poi, qui, alla Fondazione Istituto dei ciechi, organi a canne, marmi e cera, l’annuncio di liberazione: Vannacci c’è e vede il treno che lo porta al sole, a Bruxelles. I leghisti, stanno già dietro la collina. Continua su ilfoglio.it

Tajani lancia Forza Nord
per rubare voti alla Lega

Era un Tajani così e ora è Antonio Tajanllerand. La morale? Si comincia scorta di governo e poi si scarta, si sale sui pedali e forse si arriva sul podio d’Europa. Nel Pd lo dicono: “Tajani può fare il commissario Ue. Von der Leyen è quasi fuori dalla corsa, restano Metsola e il premier greco Mitsotakiīs. Il popolare Weber odia Ursula e ama Antonio mentre Antonio ama tutti”. Innanzitutto l’annuncio. Si candida alle europee. Il 20 aprile ha convocato il consiglio nazionale di Forza Italia e comunicherà le “intenzioni”. Il 28 aprile, diabolicus, “nomina” Flavio Tosi plenipotenziario di “Forza Nord”, un comitato, una corrente interna di FI, che nasce per svuotare la Lega di Salvini. Il duca di Talleyrand era pari di Francia, ma Antonio è pari di Giorgia I...

Quoque tu Amadeus. Il conduttore lascia la Rai per la Nove

Come Didone a Cartagine. Una tragedia, un pianto, il dolore Rai: “Amadeus se ne va, Amadeus ci lascia, Amadeus ha parlato con l’ad Roberto Sergio. Ha già firmato con Nove”. Li abbandona. L’ultimo “volto” della tv pubblica, il direttore artistico di cinque Festival di Sanremo, l’unico pacco che in Rai non è un pacco, va a Discovery. Dal settimo piano di Viale Mazzini: “Cosa possiamo dire? Amadeus rifiuta le nostre offerte. Trattiamo ma senza speranza”. Dai tempi di Virgilio non si era più cantato uno strazio eguale. Chiamiamo Amadeus, scriviamo ad Amadeus. Lui non risponde. Fiorello, a “Viva Radio Due”, l’edicola nazionale, come Marzio Breda, il quirinalista del Corriere, anticipa la fatal decisione: “Non sono autorizzato a dire niente, ma vi dico solo che Amadeus è salito al Colle a..

Mulé (FI): Niente gogna su Decaro
Il centrodestra si dia una calmata

Giorgio Mulè, lei, a Bari, con chi sta? Sta con la destra “forza forca”, quella contro il sindaco Antonio Decaro, o sta con l’altra, l’ideale, la garantista? “Sto con Silvio Berlusconi, sto con il risorgimento del garantismo. Io non tifo ‘Gogna Italia’. Non raccogliamo le pietre che sono servite a lapidarci”. Da vicepresidente della Camera, deputato di FI, cosa prova nel vedere la destra, la sua, eccitarsi con i fascicoli della procura? “Disagio. A Bari non vanno declamate le parole della procura. Forza Italia porta sul suo corpo le cicatrici del becero giustizialismo. Diamoci una calmata. La destra non cavalchi la tigre. Sia chiaro: io non ammaino la bandiera del diritto, né voglio un uso politico dell’antimafia”. Mulè, mentre stiamo parlando, a Bari, la sua coalizione formula dieci domande a..

Gerenza

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