Carmelo Caruso per Il Foglio

Rai Fiume, il Cda si spacca
Ok alle nomine, Annunziata lascia

ai Fiume, la creatura è nata. Chiocci al Tg1, Corsini agli approfondimenti, Mellone al Day Time, Petrecca a Rai news. Questi sono i fiocchi Rai di Giorgia Meloni. Il parto è stato complesso. In cda, la presidente Rai, Marinella Soldi, ha votato “no” alle nomine dei nuovi direttori insieme a Bria (Pd) e Laganà (quota Rai). L’ad Roberto Sergio, con il suo forcipe, con la collaborazione (i voti) di De Biasio (Lega) Agnes (Fi) e l’’astensione di De Majo (M5s) ce l’ha fatta ugualmente: “E’ nata, è nata”. Lucia Annunziata, dal dolore, ha lasciato la Rai, intonando la canzone di Liberato: “A Rai, tene nuovo padrone. E cuieta, Lucia non se fida ‘e stà”. La Talpa d’Italia, il giornalista Rai di FdI, dice: “Lucia, ma vattenne. Arriva Monica Maggioni, ueueue...

Da Lollo al Balilla: gli intrepidi che accerchiano Giorgia

"A Mentone, a Mentone!”. Un giorno se la riprenderanno e ai francesi porteranno via pure Nizza e la Corsica. Solo allora sarà “Open to meraviglia”. E’ Giorgia Meloni che traccia il solco, ma sono loro, gli avanguardisti a Mentone, gli intrepidi, che lo difendono. Sono i figli di una fiamma minore, già giovani del Fuan, militanti dell’Msi, di An, oggi deputati e senatori di FdI. Li ha selezionati il Vate di Tivoli, il ministro Francesco Lollobrigida, il patriota che, sollevando il calzone sulla gamba, mostra al mondo il polpaccio italico. E’ il polpaccio la specialità etnica. Si sono formati nelle barberie di provincia e hanno il prurito alle mani. Conoscono ogni tipo di barba, e di pizzo, e lo sperimentano sulle loro gote invincibili, anzi, direbbero loro, invitte. Non sono..

Fascio e martello. La Russa, cinquanta sfumature di nero

“Sbatti La Russa in prima pagina!”, non è solo l’ordine di un direttore. Quale altro presidente del Senato è mai entrato in un film? Il titolo è “Sbatti il mostro in prima pagina”, il regista è Marco Bellocchio, il protagonista è Gian Maria Volonté. L’anno, il 1972. Dopo ventisette secondi appare lui, Ignazio Benito Maria La Russa, allora segretario dell’Msi di Milano, il fumetto della destra italiana, il suo “uomo secolo”, il ceramista del Novecento: “Non getterò mai il busto di Mussolini, è un regalo di mio padre”. Si chiamava Antonino La Russa, ed era un fascista, nato nel 1913. Sono passati centodieci anni. Ma sono passati? Durante la Seconda guerra mondiale venne fatto prigioniero dagli inglesi a El Alamein. Fu internato nel Fascist criminal camp in Egitto. Quando tornò..

Marta, chi è la fata bianca che
s’è presa il Cav. e Forza Italia

Marta Fascina esiste? Sta a Berlusconi come Clizia sta al poeta Montale: è il fantasma che lo cambia. C’è chi ha dubitato della sua esistenza, chi per anni ha cercato una sua foto. La prima, per molto tempo la sola, è stata scattata nel 2013. Era il comitato del Pdl, a Portici, provincia di Napoli. E’ il comune dove ha abitato e frequentato il Liceo Flacco. In città: “Mai vista”. La sua casa di origine è in via San Cristoforo. A un chilometro di distanza, in via Libertà, è cresciuta Noemi Letizia, la ragazza che nel 2009 fece perdere la testa e il governo a Berlusconi. Il sindaco, di sinistra, Vincenzo Cuomo: “Che io sappia, mai tornata”. E’ nata in Calabria a Melito di Porto Salvo, ma si è trasferita..

Così il fattore Mediaset cambia la linea di Forza Italia

Per restare l’imprenditore Berlusconi, si trucca ora da Cavalier Meloni. E’ Giorgia Meloni l’ultimo cosmetico di Berlusconi. E dicono infatti che sia per amore di Marina, Pier Silvio e degli altri figli, per avere la pubblicità delle partecipate di stato, che Berlusconi si sia ancora una volta affidato alle cure dei suoi visagisti di fiducia, Gianni Letta e Luigi Bisignani, la vecchia “ditta”, dopobarba e nomine, “Gianni e Gigi, da quarant’anni insieme”. A Vittorio Sgarbi ha confidato: “Alle prossime elezioni avrò novant’anni” e aggiunto: “Non potrò essere io il leader di Forza Italia e Forza Italia non potrà più chiamarsi Forza Italia”. A giorni alterni pensa che serva “il partito unico” e il giorno dopo immagina il Partito repubblicano. Forza Italia si è trasformata in Forza Meloni e per gli..

Evviva Mirello, immenso e inossidabile cacicco del Pd

Roma. La destra non “ha visto arrivare Elly Schlein”, ma Elly Schlein non ha visto arrivare, alla Camera, Vladimiro, Mirello, Crisafulli. Cosa è peggio? E’ il cacicco uno, il “barone rosso”, il “fratello di Sicilia” di Massimo D’Alema. Sono cento chili di puro “cacicco”. E’ la figura che la nuova segretaria del Pd intende eliminare: “Via i cacicchi e i capibastone”. Applausi del Pd: “Brava! Sì! Così!”. Crisafulli? Ma come chi è? E’ il Pancho Villa di Enna, Sicilia come il New Mexico, il Vladimiro più famoso di Lenin. La notizia ve la diamo subito. Anche Crisafulli ha votato Schlein. “Ovvio! Ho votato Sclin. Bedda, bedda. Funziona. Mizzica, se funziona. Magnifica! Lo testimonio”. Andrea Orlando lo chiama il “comandante”. Piero Fassino si inchina: “Ma no, Piero. Ora mi susu io”..

La Sicilia, una tortura per Salvini

L'Isola non si è ancora consegnata al vice-premier: gli batte le mani quando arriva, lo canzona quando parte. Lo sbadiglio come trappola

Più che un ministro è un bullo

Salvini ha preferito ancora una volta lo sproloquio, i muscoli digitali al posto della qualità di uomo di Stato

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