Ci manca solo che spedisca la polizia ad arrestare chi lo critica. Sempre più nella parte del bullo senza freni, Matteo Salvini ha inaugurato ieri la sua campagna di espulsioni per addomesticare la contestazione e cacciare chi si oppone. Incontinente con il suo smartphone, il vicepremier nonché ministro degli Interni, ha ieri annunciato al Paese intero che un’importante operazione di polizia avesse messo sotto scacco la mafia nigeriana. Come gli sceriffi che all’alba annusano l’aria e vogliono ribadire il loro potere sulla contea, Salvini non ha neppure atteso che l’operazione si concludesse e i fermi venissero eseguiti. E dunque ha fatto bene il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, a riprenderlo con un comunicato stampa dove gli offriva gratuitamente una ripetizione di diritto.

Spataro che ha dalla sua una carriera importantissima (Br, lotta a ‘Ndrangheta, caso Abu Omar tra gli altri…) ha voluto ricordare che questo reflusso di gioia che Salvini ha liberato, potesse in realtà mutarsi in un danno per le indagini, ha invitato il capo della Lega a limitarsi nell’uso di apparecchiature elettroniche. In pratica, consigliava a Salvini di non emulare il presidente americano Trump che amministra la nazione su Twitter. Anziché fare tesoro del consiglio e chiedere scusa in silenzio, come ha fatto con l’allenatore del suo Milan, Rino Gattuso, Salvini ha calpestato il magistrato che tra pochi giorni si congeda dal servizio. Ed è bastato questo per delegittimare il magistrato: “Se è stanco, vada in pensione” ha replicato il ministro a cui non si chiedeva certo lo stile ma di cui ci aspettava il riguardo che tra istituzioni è grammatica.

Come se il magistrato che va in pensione non possa permettersi di ammonire e spiegare, come se un uomo che ha servito, una volta che lascia il suo ruolo decade e non abbia più diritto di parola e tanto più di dissenso. E invece, ha preferito ancora una volta lo sproloquio, i muscoli digitali al posto della qualità di uomo di Stato. Insomma, Salvini continua a fare il bullo e più continua e più ha consenso. Ma, attenzione, a uscirne con l’occhio pesto è l’Italia.