Daniela Thomas

Santa Rosalia, questo
è il primo festino vero
per salvare Palermo

In questi giorni la città di Palermo si prepara al Festino di Santa Rosalia, la Patrona. Ogni anno il Festino cerca di ricomporre il sacro e il profano della città, e questa è un’impresa simbolica, che riesce solo a patto che si individuino due metà lontane e si riesca a farle combaciare, altrimenti rimane solo vuoto e sterile formalismo. Nel mondo di oggi il simbolo è solo una parola, ma un tempo era una moneta e aveva un valore intrinseco e insieme trascendente. Si chiamava simbolo, quella moneta, perché era “composta”, come la parola, che è fatta di due metà: syn- e la radice di ballein, e significa mettere insieme, anzi gettare insieme, oppure, se vogliamo, far combaciare. Quella moneta, infatti, veniva spezzata ogni volta che due persone dovevano allontanarsi per molto tempo: ognuna ne custodiva una..

La Fondazione Orestiadi
tramanda da 40 anni
la genialità di Corrao

E' stata in questi giorni la rimemorazione di Ludovico Corrao, che cade nello stesso tempo del quarantenario della Fondazione Orestiadi. Ripenso al celebre brano di Borges tratto da “L’artefice”: "Un uomo si propone di disegnare il mondo. Nel corso degli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di vascelli, di isole, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto”. Un uomo come ognuno, una donna come ognuna: la nostra vita è sempre disegno e traccia di ciò che siamo. E dopo? Dopo c'è chi riceve quel disegno, come un arazzo leggerissimo ma di incomparabile pregio: lo eredita, lo distende sulla terra e vi si addentra. Lo..

Agrigento. Lo scandalo dell’acqua che inaridisce la cultura

"Se non fosse piovuto nella notte dal 17 al 18 giugno 1815, l'avvenire dell'Europa sarebbe stato diverso. Poche gocce d'acqua in più o in meno hanno messo in bilico Napoleone; per far di Waterloo la fine d'Austerlitz, la Provvidenza ebbe solo bisogno d'un po' di pioggia e una nube che attraversò il cielo a dispetto della stagione bastò per il crollo d'un mondo". Così Victor Hugo attribuisce alla pioggia la fine di Napoleone nella memorabile battaglia, e così, quasi negli stessi giorni di giugno di duecentosei anni dopo, in Sicilia, un'altra operazione Waterloo, dal nome grondante, questa volta, ironia amara, scompagina gli equilibri della Girgenti Acque (e non solo) determinando anche qui “il crollo di un mondo”, seppure, stavolta, in assenza di pioggia. Che l'acqua sia un bene prezioso, ormai..

La tragedia di Palermo
Ecco il monologo
del sipario che cala

Una città come Palermo. Una città straordinaria fatta di carne, femmina viva. Femmina soggetta, però. Cagna con museruola. Meravigliosa e impossibile. Invivibile, col sangue che scorre al posto dell'acqua e quando non scorre diventa putrido e putrescente. Una città spaventata dalla propria stessa libertà. Illetterata e fremente. Porto, angiporto, puttana. Bambina adottata. Donna inconsapevole. Priva e traboccante di sé stessa. Passano anni e giunge un paladino con un nome antico. Un nome che c'è stato sempre. La città lo riconosce. Il paladino sa fin dall'inizio che può essere inghiottito masticato sputato da quella città feroce e ferina. Lo sa. Lui conosce la sua lingua, sa interpretare i suoi ruggiti, sa comprendere i suoi languori. Lui è lei. Lei lo riconosce ringhiando guardinga e assetata di sangue e d'amore. Lui la..

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