Giuseppe Sottile

Galvagno va alla festa
e la illumina d’allegria

Gaetano Galvagno è un uomo di coraggio. Nonostante l’inchiesta per corruzione e lo sputtanamento che i giornali riversano sulla sua immagine, il giovane presidente dell’Ars ha voluto presenziare all’avvenimento mondano più scintillante di questa legislatura: le nozze d’oro di Renato Schifani, celebrate sabato sera a Villa Igea con oltre 150 invitati e uno sfarzo che nemmeno alla corte di Versailles. Purtroppo è arrivato da solo. Per meglio affermare il principio costituzionale della presunzione d’innocenza avrebbe potuto farsi accompagnare da Sabrina De Capitani, la sua ape regina, o da Marianna Amato, l’ape regina del suo amico Manlio Messina, o da Marcella Cannariato ed Elvira Amata, la coppia più prestigiosa della cultura e della beneficenza in Sicilia. Per l’ombroso Schifani sarebbe stato un momento di inarrivabile allegria. Basta rancori, godiamoci la vita...

E’ Paternò la nuova
capitale della Regione

Solo Daniela Faraoni poteva inventarsi una manovra clientelare così sfacciata. L’assessore regionale alla Sanità ha predisposto una bozza di rete ospedaliera che grida a dir poco vendetta. Il capolavoro riguarda la provincia di Catania. Dove ha falcidiato i posti letto di Bronte, Caltagirone, Giarre e Militello. E ha aumentato quelli dell'ospedale di Paternò da 28 a 63. Un miracolo. Dettato non dai santi, ma dai due santoni che, per nascita, sono legati a quella città: Ignazio La Russa, presidente del Senato, e Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars. Pure le pietre sanno che a capo della Regione non ci sarebbe Renato Schifani senza la mano benedicente di La Russa. A Daniela Faraoni, vecchia volpe della politica, non poteva pertanto sfuggire il dettaglio che se Palermo è il capoluogo della Sicilia, Paternò è..

Attenti a quei due
sputtanati ma felici

Vengono massacrati da tutti i giornali (tutti, si fa per dire; tranne quelli controllati dai pagnottisti). La mattina, appena sorge il sole, gli arrivano in faccia palate di fango. Le intercettazioni hanno alzato il sipario sui loro intrighi, sui loro capricci, sulle loro spudoratezze e, soprattutto, sulla loro irrefrenabile tendenza a fare scempio del denaro pubblico. Chiunque, al loro posto, si sarebbe nascosto in una caverna per la vergogna o avrebbe trovato rifugio in un monastero. Ma Gaetano Galvagno ed Elvira Amata resistono, inchiodati alle poltrone e ai privilegi. Anzi traccheggiano con i partiti, con Schifani e con Fratelli d’Italia per evitare un eventuale impeachment e prolungare di qualche mese la loro agonia politica. Non glie ne frega nulla se lo sputtanamento travolge la credibilità della Regione e dell’Ars. Sono..

Il grillino diventato
moralista da salotto

Oddio, mi pento e mi dolgo per tutte le volte che ho pensato che, essendo grillino, fosse anche un giustizialista. Mi batto pure il petto per tutte le volte che ho ipotizzato che fosse un manettaro o un forcaiolo. E mi cospargo il capo di cenere per averlo qualche volta inserito tra gli intrepidi moralizzatori della politica o tra i pochi che ancora praticano il mestiere dell’opposizione. Mi sbagliavo. Perché l’onorevole Nuccio Di Paola, vice presidente dell’Ars ed esponente di punta del Movimento Cinque Stelle, è semplicemente un moralista da salotto. Lo dimostra il fatto che, da autorevole membro del Consiglio di Presidenza, ha dato via libera a quasi tutte le manovre da basso impero messe a segno da Gaetano Galvagno e dalla sua ape regina Sabrina De Capitani. Mai..

Ma l’ape regina
non molla l’Ars

Per carità, la presunzione d’innocenza è un principio sacramentale ma anche la decenza dovrebbe trovare un posticino nella faccia e nella mente di un’indagata per corruzione. Sabrina De Capitani, l’ape regina che ha trascinato il presidente dell’Ars in un vortice di intrighi e di azzardi poco commendevoli, ieri mattina era ancora che si agitava e piritolleggiava tra le stanze e i corridoi di Palazzo dei Normanni. Come se l’inchiesta della procura di Palermo non l’avesse mai sfiorata. Si dirà: ma non si era già dimessa da portavoce di Gaetano Galvagno, indagato pure lui per corruzione? Certo che sì. Però è rimasta in sella come direttrice occulta della Fondazione Federico II. Incarico che le consente di percepire una retribuzione, fino a dicembre di quest’anno, di settantadue mila euro; e di amministrare..

Le banalità farfugliate
dal commissario FdI

Gentile onorevole Luca Sbardella. A giudicare dalle banalità che ha farfugliato a Livesicilia, delle due l’una: o lei non ha idea del motivo per cui Giorgia Meloni l’ha nominata commissario di Fratelli d’Italia oppure pretende, con le sue dichiarazioni, di prendere per i fondelli i siciliani. Lei sostiene – con una buona dose di faccia tosta o di finzione – che la corrente turistica dentro FdI non esiste. Non le dico di chiedere notizie al ministro Lollobrigida che forse ne sa qualcosa. Le consiglio semplicemente di gettare uno sguardo su ciò che ha combinato il suo illustre camerata Manlio Messina con Cannes e con SeeSicily. La Meloni l’ha inviata in Sicilia per sradicare il marciume che sta venendo a galla con l’inchiesta della procura di Palermo. Se non l’ha capito,..

Gerenza

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