Giuseppe Sottile

Meglio i papaveri
che i fiori del male

Poteva andare a cogliere i papaveri in quel di Blufi, visto che è rimasto incantato dall’abbagliante tappeto rosso steso su un campo delle Madonie. Invece Renato Schifani è entrato nel terreno accidentato della sanità ed è riuscito a cogliere i fiori più flosci e appannati. Non bastava l’assessore Giovanna Volo, ormai ritenuta un monumento all’inutilità. Il presidente della Regione ha riportato al vertice della Asp di Palermo Daniela Faraoni, la zarina che fa di tutto per affossare i convenzionati esterni. E ha pure riproposto per il Civico il manager Walter Messina che, da direttore generale di quell’inferno chiamato Ospedale Cervello, aveva già conquistato, con due commissariamenti, il titolo di “peggiore tra i peggiori”. I vaporosi papaveri di Blufi tra pochi giorni purtroppo appassiranno. Certi fiori del male volteggeranno sulla sanità..

La zarina dell’Asp
non paga nessuno

Il dirigente della pianificazione, Salvatore Iacolino, le trasmette nell’ottobre del 2023 un messaggio per invitarla a liquidare entro novembre gli arretrati che spettano ai convenzionati esterni ma lei fa finta di non avere letto il dispaccio: siamo ad aprile del 2024 e le somme sono sempre lì, bloccate da non si sa quale diavoleria. Allora i convenzionati ricorrono alla magistratura e predispongono i decreti ingiuntivi. Ma lei rimane impassibile. Anzi, non salda nemmeno le fatture ordinarie: ambulatori e laboratori che assistono i pazienti per conto della Regione aspettano ancora il mensile di dicembre 2023. Daniela Faraoni, riconfermata da Renato Schifani al vertice della Asp di Palermo, è una zarina che non riconosce alcuna autorità: né politica né giurisdizionale. La sanità era già a pezzi. Lei ci mette ogni giorno il..

Francia o Spagna
purché si magna

Ma i moralisti che sgomitano per conquistare un seggio a Strasburgo hanno mai detto una parola sugli scandali che hanno segnato, in questi ultimi anni, la vita della Regione? I professionisti dell’antimafia tanto corteggiati dai partiti in cerca di credibilità hanno mai mostrato un filo d’indignazione per l’indecente gestione del turismo da parte di Fratelli d’Italia? E le anime belle che si strappano le vesti per la legalità hanno mai sollevato un dubbio sui criteri con i quali Palazzo d’Orleans arruola pagnottisti e avvocati d’affari, personaggi opachi ai quali vengono assegnati, senza capo né coda, incarichi di estrema responsabilità? Ormai è difficile distinguere i moralisti dai pagnottisti. Si vendono al migliore offerente, passano allegramente dal Pd a Forza Italia, servono senza scrupoli oggi Miccichè e domani Schifani. Francia o Spagna..

Mettete dei fiori
sui vostri rancori

Mettete dei fiori nei vostri rancori. Il teatrino della politica – con i truccatori e i costumisti – ci propone oggi un Renato Schifani che improvvisamente abbandona gli spigoli più urticanti del suo carattere per lasciarsi teneramente attrarre dai fiori, dai profumi, dalla poesia e da un sanguigno campo di papaveri che si stende in quel di Blufi, borgo sperduto delle basse Madonie. “Aveva ragione Luigi Pirandello”, esordisce su Facebook il presidente della Regione. “Ci sono posti che non ti immagini…”, sospira incantato davanti a una coloratissima foto strappacuori. Ma ci sono pure posti difficili da raggiungere: manco a dirlo, la stradina che collega Blufi all’autostrada si è rotta e aspetta da oltre un anno l’intervento riparatore dei Lavori Pubblici. Ma Schifani questo non lo sa. Lui cade sempre dal..

Il mistero glorioso
della “Dea velata”

Se ne sta nascosta come una Dea velata. C’è ma non appare. C’è ma non scende in terra di Sicilia per incontrare gli elettori, per raccontare ciò che ha combinato negli ultimi cinque anni a Strasburgo, per spiegare quali ideali l’hanno spinta a passare dal Pd a Forza Italia; o, più semplicemente, per dire quali sono i suoi progetti per la nuova legislatura del parlamento europeo. Edy Tamajo e Marco Falcone – i due uomini forti del governo Schifani: forti di voti, va da sé – sono già scesi in campo ed hanno già tappezzato le città con le loro immagini e la loro idea di Europa. Ma Caterina Chinnici niente: non appare, non si disvela e non parla. Sa che tutto le è dovuto e che tutto le arriverà..

Le macchiette di Bianca
un oltraggio alla politica

Le hanno messo come traino “Terra amara”, il fumettone turco che piace tanto alle casalinghe. E le hanno concesso di intrattenersi per venti minuti con le vagabonde banalità di Iva Zanicchi, tutte finalizzate alla glorificazione di Giorgia Meloni. Sforzi inutili, purtroppo. Perché Bianca Berlinguer non riesce a tirare fuori il suo “Prima di domani” dal pozzo nero degli ascolti infinitesimali. Anzi. Pur di superare la soglia del tre per cento la retequattrista pagata a peso d’oro da Mediaset appare ormai dominata dai demoni incendiari spacciati come ospiti autorevoli. C’è il professore putiniano votato più alla rissa che all’approfondimento e c’è il capraro che ammannisce la metafisica dell’ovvio. Un insulto continuo al giornalismo, alla politica e soprattutto a chi, come Stefano Cappellini di Repubblica, si lascia ancora attrarre dalle luci di..

Sinfonica, i sindacati
nascosti in un sottoscala

Non dite a Maurizio Landini, il santone della Cgil, che in Sicilia il sindacato non c’è più. E non dite a Luigi Sbarra che la sua Cisl viene paragonata dai ragazzini delle elementari a un mammut preistorico. Se poi vi capita di incontrare Pierpaolo Bombardieri ricordategli che della Uil si sono perse le tracce e che i dirigenti si sono trasferiti in America per parlare di impresa in una qualche riserva indiana. Già. Dopo la scomparsa della società civile, bisogna prendere atto che si è dispersa nell’aria pure la lotta di classe. Avete letto la storiaccia della Sinfonica? Un sovrintendente in difficoltà, per ingraziarsi i patrioti di Fratelli d’Italia, punisce tre orchestrali colpevoli di avere criticato un’amica di Giorgia Meloni ma i sindacati non protestano. Anzi, pur di non dire..

La giostra che incanta
tutti i turisti del mondo

I gerarchi superiori – Giorgia, Arianna, Lollo – premono per candidare il Balilla alle elezioni europee. Vogliono premiare la sua immagine di politico puro e duro, di camerata senza macchia e senza paura, di uomo d’ordine in grado di raccogliere consensi ovunque. Soprattutto vogliono ringraziarlo per tutto ciò che, da assessore al Turismo, ha dato in termini d’immagine – solo d’immagine, ci mancherebbe – al glorioso partito di Fratelli d’Italia. Certo, c’è stata pure qualche spregiudicatezza o addirittura qualche galanteria, come lo shooting delle bellezze di Sicilia in quel di Cannes. Ma vuoi mettere? Nessuno, prima del Balilla, aveva speso tanto. Si è inventato una giostra il cui spettacolo ha già incantato i più grandi editori di giornali e televisioni; e che in estate incanterà i turisti di tutto il..

Conflitto da bottega
o da retro bottega?

Sembravano gemelli siamesi. Erano amici per la pelle: fraterni, complici, sodali. Occupavano la bottega e il retro bottega di Palazzo d’Orleans. Nessuno avrebbe potuto immaginare il guazzabuglio di incomprensioni, malintesi o colpi bassi esploso a proposito del primo termovalorizzatore da costruire in quel di Catania. Ma tant’è. Di fronte al ricco affare l’uno, Sua Maestà il Presidente, ha messo in mostra la sua inconsistenza e la sua incapacità di controllare quel che si muove nelle segrete stanze della Regione. Mentre l’altro, Sua Altezza Reale il Principe Consigliere, ha rivelato la sua natura – opaca, sfuggente – di avvocato d’affari impegnato nella scelta dell’impresa più idonea per la realizzazione di un impianto da ottocento milioni. Il cortocircuito era inevitabile. Resta da capire se il conflitto tra i due è scoppiato nella..

Gerenza

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